Un sacerdote risponde
Considerazioni sulla masturbazione
Quesito
Caro Padre Angelo, mi piacerebbe porgerle alcune domande riguardanti la morale cattolica. 1) Il Catechismo della Chiesa Cattolica ritiene, in perfetto accordo col Decalogo biblico, che la masturbazione è un peccato grave. E’ esso veniale o mortale? 2) La psicanalisi ha da tempo capito che la masturbazione è un atto naturale e comune a tutti gli uomini, che favorisce la produzione degli ormoni androgini. Gli impulsi sessuali, che se non erro la Chiesa non considera peccaminosi (dopotutto non vedrei perchè debbano essere considerati tali visto che sono, per così dire, involontari e insiti alla natura stessa dell’uomo), sono all’origine della masturbazione stessa. Nella fase adolescenziale, durante la pubertà, è in corso la formazione fisico-psicologica dell’individuo che porta a dei momentanei squilibri ormonali. Questo porta il ragazzo a conoscere il proprio corpo, a provare le prime attrazioni verso il sesso opposto, a compiere masturbazione che, vista in quest’ottica scientifica, diviene un modo per “formare” la propria natura sessuale. Molti adolescenti cattolici praticanti, come me, sono spesso assaliti da forti sensi di colpa e tristezza dopo l’atto, ma è anche vero che tutti i ragazzi si masturbano, allora mi chiedo: è possibile che Dio, creatore dell’uomo, misericordia infinita, attribuisca ad un adolescente la masturbazione come peccato quando essa è funzionale allo sviluppo ormonale e sessuale dell’individuo? E’ anche vero che non si può prescindere in maniera totale dalla masturbazione, e prima o poi si finisce per “cadere”. La prova è la polluzione notturna, emissione di sperma che il proprio inconscio provoca durante il sonno in maniera autonoma, sempre per la produzione di ormoni androgini. 3) Non è più verosimile che la masturbazione sia considerata peccato grave da Dio soltanto quando diventa una abitudine rovinosa per i rapporti di coppia o un qualcosa a cui è difficile rinunciare? Un po’ come la droga, il fumo, la lussuria, le dipendenze? Grazie, aspetto con ansia una vostra risposta, possibilmente in maniera fedele sia al Magistero Ecclesiastico che alle nozioni psicanalitiche che ho precedentemente illustrato. Dopotutto esse fanno parte della natura umana e la natura è il creato di Dio. Ricordatevi di me nelle vostre preghiere quotidiane, Gaetano
Risposta del sacerdote
Caro Gaetano, riprendo puntualmente tutte le tue affermazioni.
1. “Il Catechismo della Chiesa Cattolica ritiene, in perfetto accordo col Decalogo biblico, che la masturbazione è un peccato grave. E’ esso veniale o mortale?”. Sei onesto nel riconoscere che tanto il Magistero della Chiesa quanto la Divina Rivelazione considerino la masturbazione un peccato grave. Ma a tua volta chiedi: questo peccato grave come va considerato: mortale o veniale? Giovanni Paolo II, in Reconciliatio et Poenitentia, ha affermato che “il peccato grave si identifica praticamente, nella dottrina e nell’azione pastorale della Chiesa, col peccato mortale” (RP 17). A questo punto bisogna dire con Sant’Agostino: Roma locuta, causa finita (il Magistero ha parlato, la discussione è finita). Pertanto la masturbazione è oggettivamente un peccato mortale.
2. “La psicanalisi ha da tempo capito che la masturbazione è un atto naturale e comune a tutti gli uomini, che favorisce la produzione degli ormoni androgini”. Intanto sulla psicanalisi: non è una scienza esatta come la matematica, secondo la quale due più due fanno quattro, e fanno quattro per tutti e per sempre. Quante scuole vi sono nella psicanalisi! Ognuno dice la sua. E non può esser diversamente essendo in se stessa una scienza empirica, che parte dalle vicende umane e cerca di conoscere determinati meccanismi di carattere psicologico alla luce di alcune costanti. Ma questi meccanismi non sono interpretati univocamente. Inoltre la psicanalisi non dice che la masturbazione è comune a tutti gli uomini. Compirebbe un errore grossolano se dicesse questo, perché vi sono state e vi sono molte persone, di sesso maschile e soprattutto di sesso femminile, che non l’hanno mai conosciuta. Ancora: quand’anche tutti passassero per questa strada, non si può costituire un dato comportamentale come un criterio veritativo. Tutti, questo sì (almeno più o meno) hanno detto bugie, soprattutto da piccoli. Ma con questo la bugia non diventa criterio verità. Rimane bugia, falsificazione della realtà.
3. “Gli impulsi sessuali, che se non erro la Chiesa non considera peccaminosi (dopotutto non vedrei perchè debbano essere considerati tali visto che sono, per così dire, involontari e insiti alla natura stessa dell’uomo), sono all’origine della masturbazione stessa”. Sono d’accordo, ma questi impulsi non sono costrittivi. La masturbazione parte infine da un atto della volontà. Come ti ho detto, in alcuni questo ulteriore passaggio non c’è e stanno meglio di chi si masturba, stante il disagio interiore provato da tutti quelli che passano attraverso questo fenomeno.
4. “Nella fase adolescenziale, durante la pubertà, è in corso la formazione fisico-psicologica dell’individuo che porta a dei momentanei squilibri ormonali. Questo porta il ragazzo a conoscere il proprio corpo, a provare le prime attrazioni verso il sesso opposto, a compiere masturbazione che, vista in quest’ottica scientifica, diviene un modo per “formare” la propria natura sessuale”. Come ti ho detto, diverse persone cadono in questo peccato. Alcuni si rialzano subito o quasi, altri se lo portano dietro per anni e altri ancora per tutta la vita, pur essendo sposati. Il Signore, che indubbiamente ne sa più di tutti, ha detto: “In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato” (Gv 8,34). Caro Gaetano, io sono anche confessore. So per certo che tutti o quasi non avrebbero mai desiderato cominciare con questo vizio, che ormai li rende schiavi della concupiscenza e li fa star male perché sentono che è una vittoria dell’egoismo e della sensualità nella loro vita. Altro che aiuto ad aprirsi all’altro sesso! Semmai, la masturbazione aiuta ad aprirsi all’altro sesso in maniera sbagliata, considerandolo come oggetto di passione e di libidine. Senza dire che chi compie questo peccato avverte di perdere la presenza personale di Dio dentro di sé, e cioè sente – anche tangibilmente – di perdere la grazia, che è il tesoro più grande che una persona può possedere sulla terra.
5. “Molti adolescenti cattolici praticanti, come me, sono spesso assaliti da forti sensi di colpa e tristezza dopo l’atto”. Vedi che mi dai ragione sul senso di colpa e di tristezza. In confessione non ne trovo uno che sia contento di questo peccato. Ti ripeto, non ne trovo neanche uno. Tutti vorrebbero essere liberati.
6. “ma è anche vero che tutti i ragazzi si masturbano, allora mi chiedo”. È sbagliata la premessa. È un dato di fatto, rilevato anche statisticamente che non è come dici tu. Te lo garantisco.
7. “è possibile che Dio, creatore dell’uomo, misericordia infinita, attribuisca ad un adolescente la masturbazione come peccato quando essa è funzionale allo sviluppo ormonale e sessuale dell’individuo?” Come si fa a dire che è funzionale allo sviluppo! E invece è funzionale al contrario del vero sviluppo, tant’è vero che come tu stesso rilevi la masturbazione causa sensi di colpa e tristezza. L’autentico sviluppo di una persona causa sensi di colpa e tristezza? Dio non proibisce il male per gusti personali! Piuttosto, proibendo, avverte l’uomo che con quel peccato si danneggia.
8. “E’ anche vero che non si può prescindere in maniera totale dalla masturbazione, e prima o poi si finisce per “cadere”. La prova è la polluzione notturna, emissione di sperma che il proprio inconscio provoca durante il sonno in maniera autonoma, sempre per la produzione di ormoni androgini”. Ripeto: non è vero che prima o poi si finisce per cadere. Inoltre proprio l’espulsione autonoma nel sonno del surplus sta ad evidenziare che non è affatto necessario passare attraverso la strada indicata da te.
9. “Non è più verosimile che la masturbazione sia considerata peccato grave da Dio soltanto quando diventa una abitudine rovinosa per i rapporti di coppia o un qualcosa a cui è difficile rinunciare? Un po’ come la droga, il fumo, la lussuria, le dipendenze?” Ma l’abitudine rovinosa da che cosa è causata? Evidentemente da un atto che le è proporzionato. Se gli atti sono lievi, non causano dipendenze gravi. Al massimo causano dipendenze lievi. Solo gli atti gravi causano dipendenze gravi. Come è peccato grave l’assunzione della droga e non solo la dipendenza, così avviene anche nel nostro caso.
8. Ti ricordo molto volentieri nelle mie preghiere soprattutto perché tu giunga a presentarmi la prossima volta non già l’apologia della masturbazione, ma l’apologia della purezza. Questa, sì, favorisce il vero sviluppo, rende lieti, interiormente liberi, soprattutto pone le premesse per volare in alto e stare uniti a Dio cuore a cuore. Te lo auguro di cuore.
Ti saluto e ti benedico. Padre Angelo
Un sacerdote risponde
Chiedo una chiarificazione sulla gravità della masturbazione
Quesito
Caro Padre Angelo, è la prima volta che le scrivo, e colgo l’occasione per ringraziarla di cuore per la sua disponibilità. Mi chiamo A., ho 29 anni e vivo un’esistenza “normale”, tipica dei trentenni di oggi, incentrata sulla ricerca di un lavoro (sono avvocato ma sto svolgendo altri concorsi, in particolare quello per diventare magistrato), sulla condivisione dei momenti più belli con amici cari, sullo sport… Una componente essenziale della mia esistenza è data dalla fede, e dalla sua pratica in ambito parrocchiale. Vivo la Grazia di un legame estremamente solido e sincero col Parroco e con un bel gruppo di amici che frequentano la mia Parrocchia, con i quali condivido periodicamente e sistematicamente esperienze forti di preghiera, di approfondimento culturale e di carità. Credo, e sono contento di testimoniare la mia fede laddove se ne presenti l’occasione. Però, fin dall’adolescenza mi accompagna un “punto debole”: si tratta – riprendendo la definizione di una e-mail che le è già stata inviata – del “vizio solitario”. Io so che si tratta di un comportamento disordinato e da evitarsi, ma – soprattutto in particolari periodi di “vulnerabilità” – vivo il confronto come una lotta impari e spesso ne esco sconfitto. Ho letto il prezioso consiglio che lei ha già dato ad un altro fedele, e cercherò di farne tesoro. Ma la domanda che vorrei porle ha un’angolatura leggermente diversa. Si potrebbe riassumere così: questo tipo di peccato rientra nel novero dei peccati “mortali”? O invece può essere considerato un peccato “veniale”? Non si tratta di un quesito che nasca da una mia “pigrizia” nel confessarmi. Accedo al sacramento della Riconciliazione con una certa regolarità. Piuttosto, il mio dubbio è “sostanziale”: davvero un unico gesto disordinato può interrompere integralmente il rapporto con Dio e con il Suo Amore? E se io dovessi “ritardare” nel confessarlo, rischio di precludermi la salvezza eterna in caso di morte? Nella mia esperienza, avverto distintamente il carattere peccaminoso dell’atto, ma al tempo stesso non avverto un’interruzione nel mio rapporto con Dio e nelle mie attenzioni al prossimo che da tale rapporto prendono vita. E’ un “sintomo” del carattere veniale del peccato, o solo una mia falsa percezione? La ringrazio fin da ora per l’attenzione che vorrà concedermi, e le assicuro la mia povera preghiera quale sostegno alla sua preziosa attività pastorale.
A.
Risposta del sacerdote
Caro A., 1. ti ringrazio anzitutto per la bella testimonianza di vita cristiana che ci hai dato: la vita di grazia anzitutto, poi la vita nella comunità parrocchiale, la testimonianza e la condivisione di fede con i tuoi amici, la frequentazione del sacerdote che per te, da quanto arguisco, è anche un padre spirituale. La vita cristiana va vissuta così: in profondità, all’interno della comunità, nel rapporto con colui che il Signore ha messo a pascere il suo gregge. Sono contento anche del tuo desiderio di affermarti sempre di più nella vita sociale, così da mettere a disposizione di tutti e al meglio i talenti che il Signore ti ha dato. È importante anche la tua condivisione dell’attività sportiva con gli amici. Lo sport non è soltanto un hobby. È una necessità ed è anche un momento particolare per vivere la fraternità nella distensione e nell’agonismo. L’amicizia e la vita cristiana hanno bisogno di questi momenti. Penso a Pier Giorgio Frassati e alla sua passione per la montagna…
2. Ti ringrazio anche per la sincerità nell’esporre una fragilità, che oggi purtroppo è comune a molti. Sottolineo oggi, perché “non si può tacere che la masturbazione non è nota in tutte le culture, non essendo presente in ambienti dove esistono forti stimoli all’integrazione precoce dell’io e all’assunzione di responsabilità sociali e familiari; per cui non si può affermare che la masturbazione sia una fase obbligatoria della vita” (achille dedé, Gesti e parole espressivi dell’io, educazione alla maturità sessuale, pp. 120-121). Ma non è di questo che tu vuoi parlare, perché sei profondamente convinto che si tratta di un disordine. Mi poni invece il quesito sul piano dottrinale: se si tratti sempre di un peccato mortale, dal momento che tu poi vivi ugualmente la tua relazione con Dio e di carità verso il prossimo.
3. Ed ecco la risposta. Sul piano oggettivo “sia il Magistero della Chiesa – nella linea di una tradizione costante – sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato” (Dichiarazione Persona humana, 9). Il termine masturbazione non si trova nella Sacra Scrittura, ma “la tradizione della Chiesa ha giustamente inteso che questo peccato veniva condannato nel Nuovo Testamento quando parla di impurità, di impudicizia, o di altri vizi, contrari alla castità e alla continenza” (Dichiarazione Persona humana, 9). Inoltre è interessante il riferimento al senso morale dei fedeli che viene fatto dalla Dichiarazione citata. Per quanto oggi si cerchi di banalizzare il gesto, tuttavia il soggetto che lo compie avverte che si tratta di un disordine che lo lascia per terra. Giovanni Paolo II diceva che la sessualità tocca l’intimo nucleo della persona. E per questo uno si disorienta nel fondo di se stesso.
4. Ma anche su questo tu sei d’accordo. E mi chiedi se di fatto sia un peccato grave quando uno sente che la relazione con Dio e con il prossimo non è integralmente interrotta. Ebbene, caro Antonio, il peccato grave interrompe la relazione con Dio per quanto riguarda la carità, e cioè l’essere all’unisono col Signore, con la sua volontà. Ma non interrompe la relazione con Dio per quanto concerne la fede e la speranza, perché anche col peccato mortale uno continua a credere in Dio, a relazionarsi con Lui domandandogli perdono e chiedendogli aiuto. Non viene distrutta neanche l’opzione fondamentale per Dio, che può coesistere col peccato grave. Quando San Pietro ha rinnegato ripetutamente il Signore, non aveva smesso di stimarlo e, in qualche modo, anche di amarlo. Ma il suo rinnegamento è stato un peccato grave e ne pianse amaramente. Il peccato grave dunque è quel peccato che distrugge la carità, vale a dire l’amicizia col Signore, l’essere con lui una sola cosa, possederlo nel proprio cuore e godere della sua presenza. Ora la masturbazione è un peccato di questo tipo. Si continua a credere, ad avere una relazione con Dio. Ma questa relazione è bene diversa da quando ci si trova in grazia.
5. Tuttavia devo dirti ancora una cosa. Lo stato di grazia non si riacquista solo con la confessione. Lo si può raggiungere ben prima, attraverso un atto di sincero pentimento e anche attraverso atti di carità, fatti per amore di Dio e del prossimo e in espiazione dei propri peccati. Allora sebbene il peccato del vizio solitario sia grave, tuttavia può succedere che la comunione con Dio si riallacci prima della confessione, ma non senza il suo desiderio almeno implicito. E penso che sia proprio questo che capita a te sicché spontaneamente ti domandi se sia peccato grave o peccato veniale. È dunque peccato grave, ma non di rado la comunione con Dio viene riacquistata prima della confessione. Questo tuttavia non dà la possibilità di fare la santa Comunione, perché manca ancora la piena riconciliazione con Dio e con la Chiesa. Manca ancora l’espiazione del peccato, e questa viene attuata mediante il Sangue di Cristo che il Sacerdote versa sulla tua anima per purificarla, toglierle ogni macchia e santificarla. Pertanto qualora di capitasse di cadervi ancora, accostati con umile perseveranza alla Confessione. La tua Comunione sacramentale sarà vera Comunione, ben diversa da quella preceduta solo dal pentimento, per quanto sincero.
Ti ringrazio per la domanda. E penso che ti ringrazieranno molti nostri visitatori che attraverso la risposta possono ricevere maggiore chiarificazione su una questione delicata della nostra vita cristiana. Ti saluto, ti accompagno con la preghiera e ti benedico. Padre Angelo
Dal catechismo della Chiesa Cattolica:
492. Quali sono i principali peccati contro la castità?
2351-2359; 2396
Sono peccati gravemente contrari alla castità, ognuno secondo la natura del proprio oggetto: l’adulterio, la masturbazione, la fornicazione, la pornografia, la prostituzione, lo stupro, gli atti omosessuali. Questi peccati sono espressione del vizio della lussuria. Commessi su minori, tali atti sono un attentato ancora più grave contro la loro integrità fisica e morale.
2351 La lussuria è un desiderio disordinato o una fruizione sregolata del piacere venereo. Il piacere sessuale è moralmente disordinato quando è ricercato per se stesso, al di fuori delle finalità di procreazione e di unione.
2352 Per masturbazione si deve intendere l’eccitazione volontaria degli organi genitali, al fine di trarne un piacere venereo. « Sia il Magistero della Chiesa – nella linea di una tradizione costante – sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato ». « Qualunque ne sia il motivo, l’uso deliberato della facoltà sessuale al di fuori dei rapporti coniugali normali contraddice essenzialmente la sua finalità ». Il godimento sessuale vi è ricercato al di fuori della « relazione sessuale richiesta dall’ordine morale, quella che realizza, in un contesto di vero amore, l’integro senso della mutua donazione e della procreazione umana ». 236
Al fine di formulare un equo giudizio sulla responsabilità morale dei soggetti e per orientare l’azione pastorale, si terrà conto dell’immaturità affettiva, della forza delle abitudini contratte, dello stato d’angoscia o degli altri fattori psichici o sociali che possono attenuare, se non addirittura ridurre al minimo, la colpevolezza morale.
1856 Il peccato mortale, in quanto colpisce in noi il principio vitale che è la carità, richiede una nuova iniziativa della misericordia di Dio e una conversione del cuore, che normalmente si realizza nel sacramento della Riconciliazione:
« Quando la volontà si orienta verso una cosa di per sé contraria alla carità, dalla quale siamo ordinati al fine ultimo, il peccato, per il suo stesso oggetto, ha di che essere mortale […] tanto se è contro l’amore di Dio, come la bestemmia, lo spergiuro, ecc., quanto se è contro l’amore del prossimo, come l’omicidio, l’adulterio, ecc. […] Invece, quando la volontà del peccatore si volge a una cosa che ha in sé un disordine, ma tuttavia non va contro l’amore di Dio e del prossimo — è il caso di parole oziose, di riso inopportuno, ecc. —, tali peccati sono veniali ». 115
1857 Perché un peccato sia mortale si richiede che concorrano tre condizioni: « È peccato mortale quello che ha per oggetto una materia grave e che, inoltre, viene commesso con piena consapevolezza e deliberato consenso ». 116
1858 La materia grave è precisata dai dieci comandamenti, secondo la risposta di Gesù al giovane ricco: « Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre » (Mc 10,19). La gravità dei peccati è più o meno grande: un omicidio è più grave di un furto. Si deve tenere conto anche della qualità delle persone lese: la violenza esercitata contro i genitori è di per sé più grave di quella fatta ad un estraneo.
1859 Perché il peccato sia mortale deve anche essere commesso con piena consapevolezza e pieno consenso. Presuppone la conoscenza del carattere peccaminoso dell’atto, della sua opposizione alla Legge di Dio. Implica inoltre un consenso sufficientemente libero perché sia una scelta personale. L’ignoranza simulata e la durezza del cuore 117 non diminuiscono il carattere volontario del peccato ma, anzi, lo accrescono.
1860 L’ignoranza involontaria può attenuare se non annullare l’imputabilità di una colpa grave. Si presume però che nessuno ignori i principi della legge morale che sono iscritti nella coscienza di ogni uomo. Gli impulsi della sensibilità, le passioni possono ugualmente attenuare il carattere volontario e libero della colpa; come pure le pressioni esterne o le turbe patologiche. Il peccato commesso con malizia, per una scelta deliberata del male, è il più grave.
1861 Il peccato mortale è una possibilità radicale della libertà umana, come lo stesso amore. Ha come conseguenza la perdita della carità e la privazione della grazia santificante, cioè dello stato di grazia. Se non è riscattato dal pentimento e dal perdono di Dio, provoca l’esclusione dal regno di Cristo e la morte eterna dell’inferno; infatti la nostra libertà ha il potere di fare scelte definitive, irreversibili. Tuttavia, anche se possiamo giudicare che un atto è in sé una colpa grave, dobbiamo però lasciare il giudizio sulle persone alla giustizia e alla misericordia di Dio.