…Nessuno può’ conoscere Dio se prima non conosce se stesso.
Tutte le creature sono un puro nulla. Non dico che valgano poco o che siano qualcosa: sono un puro nulla. Quel che non ha essere è nulla. Le creature non hanno essere, perché il loro essere dipende dalla presenza di Dio: se Dio si allontanasse un istante, le creature sarebbero annientate.
Non si deve pensare tanto a ciò che si fa, quanto invece a ciò che si è. Se tu sei giusto, anche le tue opere sono giuste.
Non pensare che la santità si fondi sulle opere; la santità si deve fondare sull’essere, perché non sono le opere che ci santificano, ma siamo noi che dobbiamo santificare le opere.
Meister Eckhart
L’amore è la vita del nostro cuore e come il contrappeso muove tutti i pezzi mobili di un orologio, così l’amore dà all’anima tutti i movimenti che lei ha. Tutti i nostri affetti seguono il nostro amore e secondo questo noi desideriamo, ci dilettiamo, speriamo, ci disperiamo, temiamo, ci incoraggiamo, odiamo, fuggiamo, ci rattristiamo, andiamo in collera, trionfiamo.
…Quando dunque il divino amore regna nei nostri cuori egli sottomette realmente tutti gli altri amori della volontà e quindi tutti gli affetti di questa che naturalmente seguono gli amori; poi doma l’amore sensuale e riducendolo alla sua obbedienza trae appresso a questo tutte le passioni sensuali. Insomma questa sacra dilezione è l’acqua salutare della quale Nostro Signore diceva: Chi berrà l’acqua che gli darò non avrà mai sete. No, veramente, Teotimo, chi avrà l’amor di Dio un po’ abbondantemente non avrà più né desiderio, né timore, né speranza, né coraggio, né gioia se non per Dio, e tutti i suoi movimenti saranno racchiusi in questo solo amore celeste.
San Francesco di Sales, Trattato dell’amor di Dio, XI, 20
“Chi non vuole abbandonare il peccato, non è degno della grazia dello Spirito Santo”
“l’uomo, perciò, deve lodarmi, ringraziarmi e onorarmi per tutti i beni di cui l’ho colmato, e non vivere e abusarne secondo i desideri della carne”
«Ho dato all’uomo il libero arbitrio, affinché abbandonasse la propria volontà per amore mio, che sono il suo Dio e p…er questo avesse più merito. Ho dato all’uomo il cuore, perché io, Dio, che sono ovunque e incomprensibile, possa essere contenuto per amore nel suo cuore e l’uomo, pensando di essere in me, ne ricavi piaceri indicibili». Libro V, 1, Interrogazione 3
«Chiunque goda del libero arbitrio, deve temere e capire veramente che nulla conduce più facilmente alla dannazione eterna di una volontà priva di guida. Per questo chi abbandona la propria volontà e l’affida a me, che sono il suo Dio, entrerà in cielo senza fatica». Libro V, 1, Interrogazione 4
La Santa Vergine Maria dice: «Sei abituata a dare qualcosa a chi viene a te con una borsa pura e pulita, e a giudicare indegno di ricevere qualcosa da te chi non vuole aprire né pulire la sua borsa piena di fango e di sporcizia. Lo stesso succede nella vita spirituale: quando la volontà non intende abbandonare le sue offese, la giustizia non vuole che goda dell’influenza dello Spirito Santo; e quando una persona è priva della volontà di correggere la propria vita, non merita il cibo dello Spirito Santo, che si tratti di un re, di un imperatore, di un sacerdote, di un povero o di un ricco».
Rivelazioni di Gesù Cristo a Santa Brigida
IL LIBERO ARBITRIO DELL’UOMO
Quella pia vergine vide un giorno il Signor Gesù e in faccia a Lui un uomo in piedi. Nel divin Cuore scorse pure una ruota che girava senza posa e una corda lunga che si dirigeva verso il cuore di quell’uomo nel quale era pure una ruota in movimento.
Questo uomo raffigurava tutti i mortali e la ruota significava che Dio agli uomini ha fatto parte del suo libero arbitrio, dando loro la libera volontà di volgersi al bene o al male.
La corda è la volontà di Dio che attira sempre al bene; essa dal Cuore di Dio va al cuore dell’uomo, e quanto più la ruota gira rapidamente, tanto più l’uomo si avvicina a Dio. Ma se la creatura sceglie il male, la ruota tosto si mette a girare in senso contrario e l’uomo si allontana da Dio. Se poi persevera nel male sino alla morte, la corda si spezza e l’uomo cade nell’eterna dannazione. Se si rialza con la penitenza, Dio, sempre pronto a perdonare, di nuovo lo accoglie nella sua grazia; la ruota allora gira nel medesimo senso di prima e l’uomo ritorna ad avvicinarsi a Dio.
“Rivelazioni di Gesù Cristo a Santa Metilde di Hackeborn” DA ”IL LIBRO DELLA GRAZIA SPECIALE”
Vivere di amore, è dare senza misura
Senza esigere il compenso quaggiù.
Ah! Senza contare io dono, essendo sicura
Che chi ama non conta!
Al Cuore divino, traboccante di tenerezza,
ho dato tutto… leggera corro
non ho più nulla se non la mia sola ricchezza:
Vivere di amore.
Vivere di amore, è bandire ogni paura,
ogni ricordo delle colpe passate.
Dei miei peccati non vedo alcun’impronta,
In un istante l’amore ha bruciato tutto!
Fiamma divina, o dolcissima fornace,
nel tuo fuoco ho stabilito la mia dimora.
Nelle tue fiamme io canto a mio agio (cf Dn 3,51):
«Vivo di amore!»…
«Vivere di amore, che strana follia!»
Mi dice il mondo. «Ah! Smetti di cantare,
Non perdere i tuoi profumi, la tua vita:
Sappi usarli utilmente»
Amarti, Gesù, che perdita feconda!
Tutti i miei profumi sono tuoi, per sempre,
Voglio cantare quando uscirò da questo mondo:
«Muoio di amore!»
Amare, è dare tutto e dare se stesso.
Santa Teresa del Bambin Gesù
«Beati i puri di cuore perché vedranno Dio» (Mt 5, 8).
«Il regno di Dio è dentro di voi» (Lc 17, 21).
Il Signore dice che la felicità non consiste nel conoscere qualche verità su Dio, ma nell’avere Dio in se stessi: «Beati, infatti, i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5, 8). Mi pare proprio che Dio voglia mostrarsi a faccia a faccia a colui che ha l’occhio dell’anima ben purificato, ma però secondo quanto dice Cristo: «Il regno di Dio è dentro di voi» (Lc 17, 21). Chi ha purificato il suo cuore può contemplare l’immagine della divina natura nella bellezza della sua stessa anima. Se dunque laverai le brutture che hanno coperto il tuo cuore, risplenderà in te la divina bellezza.
Quindi chi vede se stesso, contempla ciò che desidera in se stesso. In tal modo diviene beato chi ha il cuore puro, perché mentre guarda la sua purità, scorge, attraverso questa immagine, la sua prima e principale forma. Coloro che vedono il sole in uno specchio, benché non fissino i loro occhi in cielo, vedono il sole non meno bene di quelli che guardano direttamente l’astro luminoso. Così anche voi benché le vostre forze non siano sufficienti per scorgere e contemplare la luce inaccessibile, se ritornerete alla grazia originaria troverete in voi ciò che cercate. La divinità infatti è purezza, è assenza di vizi e di passioni, è lontananza da ogni male. Se dunque queste realtà sono in te, Dio è senz’altro in te.
Dalle «Omelie» di San Gregorio di Nissa, vescovo.
Riconoscere Cristo davanti agli uomini
Ogni giorno tu sei testimone di Cristo. Sei stato tentato dallo spirito di impurità, ma… hai conservato la castità dell’anima e del corpo: sei martire, cioè testimone, di Cristo…
Sei stato tentato dallo spirito di superbia, ma, vedendo il misero e il povero, ne hai sentito profonda pietà e hai amato l’umiltà più che l’arroganza: sei testimone di Cristo. E, quel che è più, hai reso testimonianza non soltanto a parole, ma anche con le opere.
Sant’Ambrogio, Commento sul salmo 118
SORGENTE, PRINCIPIO, AUTORE DELLA GIOIA
Te invoco, o Dio Verità, sorgente, principio, autore della verità di tutto ciò che è vero; Dio Sapienza, sorgente, principio, autore della sapienza di tutto ciò che è sapiente; Dio che sei la vera, la suprema Vita, sorgente, principio, autore della vita di tutto ciò che vive veramente e sovranamente; Dio-Beatitudine, sorgente, principio, autore della gioia di tutto ciò che è felice; Dio del bene e del bello in tutto ciò che è buono e bello; Dio-Luce intelligibile, sorgente, principio, autore della luce intelligibile in tutto ciò che brilla di questa luce; Dio il cui regno è questo universo che i sensi ignorano; Dio il cui regno traccia la legge ai regni di questo mondo;
Dio dal quale allontanarsi è cadere, al quale ritornare è risorgere, nel quale rimanere è costruirsi solidamente.
Uscire da te è morire, ritornare in te è rivivere, abitare in te è vivere. Nessuno ti perde se non viene ingannato, nessuno ti cerca se non è chiamato, nessuno ti trova se non è purificato. Abbandonarti è perdersi, cercarti è amare, vederti è possederti. Verso di te là fede ci spinge, la speranza ci guida, la carità a te ci unisce. Dio per mezzo del quale noi trionfiamo del nemico, a te rivolgo la mia preghiera!
Sant’Agostino (Soliloquia I, 3a)
Cristo fu tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato anche tu. Perché Cristo prese da te la sua carne, ma da sé la tua salvezza, da te la morte, da sé la tua vita, da te l’umiliazione, da sé la tua gloria, dunque prese da te la sua tentazione, da sé la tua vittoria.
Se siamo stati tentati in lui, sarà proprio in lui che vinceremo il diavolo. Tu fermi la tua attenzione al fatto che Cristo fu tentato; perché non consideri che egli ha anche vinto? Fosti tu ad essere tentato in lui, ma riconosci anche che in lui tu sei vincitore. Egli avrebbe potuto tener lontano da sé il diavolo; ma, se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere, quando sei tentato.
Sant’Agostino
Accettiamo tutto per amore del Verbo; imitiamo con i nostri patimenti la sua passione. Rendiamo gloria al suo sangue con il nostro sangue. Saliamo coraggiosamente sulla croce: dolci sono quei chiodi, anche se fanno molto male. Meglio soffrire con Cristo e per Cristo che vivere con altri nei piaceri.
San Gregorio Nazianzeno
-Rivelazioni di Dio Padre a Santa Ildegarda- IL CENTUPLO
“Chiunque avrà lasciato la casa, i fratelli e le sorelle, il padre e la madre, la moglie e i figli e i campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e possiederà la vita eterna.(Matteo 19:29)”
Si interpreti così: Ogni fedele che lascerà la casa, cioè la propria volontà, e i fratelli, cioè i desideri della carne, e le sorelle, cioè il gusto dei peccati, e il padre, cioè il piacere carnale, e la madre, cioè l’amplesso dei vizi, e la moglie cioè l’avidità, e i figli, cioè la rapina e il furto, e i campi, cioè la superbia, per la gloria del mio nome, volgendosi a me che sono il figlio di Dio e il salvatore degli uomini, riceverà cento volte tanto nella pace della mente e del corpo, poichè avrà allontanato da sè tutte le preoccupazioni mondane e sarà venuto al mio seguito.
Ma quando i fedeli rigettano da sè tutto questo, ricevono in grande abbondanza qualcosa di migliore, come si è detto, e possiedono la vita eterna nella beatitudine inesauribile, perchè per amore di Dio scelgono di non appartenere più al mondo (uccidendo la loro sensualità e l’amor proprio) e aspirano alle cose celesti. E chi per Dio abbandona se stesso e la sua stirpe e i suoi figli, come fece Abramo, per ogni cosa che i suoi occhi vedono e a cui tende il suo cuore riceve un premio centuplicato; come si dice a proposito di Maria Maddalena: Le sono stati rimessi molti peccati, perchè ha molto amato.
“Nella casa del padre mio vi sono molte dimore.(Giovanni 14,1)”
Si interpreti così: Il figlio di Dio, promettendo la vita eterna a quelli che hanno fede in Lui, disse: “ Nella casa celeste, che appartiene al padre mio, vi sono molte stanze a seconda del merito degli uomini, sicchè chiunque può stabilirvi la propria dimora, IN BASE A COME NELLA VITA AMA E RICERCA DIO”.
Infatti DIO molto si compiace in chi RINNEGA SE STESSO agendo come se non fosse un uomo, e anche se non riesce del tutto a liberarsi dal gusto dei peccati nel vaso del proprio corpo, tuttavia riporta la vittoria sui desideri corporali per amore di Cristo e per la speranza che dà la vera fede nella sua passione; infatti COSTUI DA’ IL SUO ASSENSO ALLO SPIRITO PIU’ CHE ALLA CARNE. La sua dimora è adorna di innumerevoli decorazioni per l’impegno con cui lotta con se stesso per riporteare la vittoria; per ognuna di queste lotte riceverà un premio e trarrà godimento dalle cetre viventi, perchè Dio non dimentica nessuna di queste imprese FATICOSE ma SPLENDIDE.
E se tutte le armonie celesti ammirano Dio e lo lodano, anche l’uomo terreno, che viene dalla terra, grazie alla fede può far penetrare il suo sguardo fino a quell’altezza in cui Dio risiede.
Santa Ildegarda di Bingen, Dal libro delle opere divine (Liber divinorum operum) prima visione della seconda parte, capitolo XXXIX.
L’altro fuoco che è Dio stesso, consuma senza far male, arde con dolcezza, ci spoglia gradevolmente. È davvero brace distruttrice, ma esercita la sua forza incandescente contro i vizi colmando l’anima di dolcezza.
In questa potenza che ti trasforma e in questo amore che ti infiamma sappi riconoscere la presenza di Dio.
(San Bernardo di Chiaravalle, Sermo XXIV,2-3 De Diversis. Sermo LXXVII,7 in Cantica Canticorum)
L’Eucaristia
Questo rapporto di intima e reciproca «permanenza» ci consente di anticipare, in qualche modo, il cielo sulla terra. Non è forse questo l’anelito più grande dell’uomo? Non è questo ciò che Dio si è proposto, realizzando nella storia il suo disegno di salvezza? Egli ha messo nel cuore dell’uomo la «fame» della sua Parola (cfr Am 8,11), una fame che si appagherà solo nell’unione piena con Lui. La comunione eucaristica ci è data per «saziarci» di Dio su questa terra, in attesa dell’appagamento pieno del cielo.
(Giovanni Paolo II, Mane nobiscum Domine, 19)
IN CHE MODO GESU’ E’ PRESENTE? «Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono». “La mia parola resterà in eterno”
Il Signore ci dà e ci lascia la sua parola. La sua parola è un modo di presenza fra noi. Tale presenza ha due caratteristiche: essa dura, permane; e mentre la presenza fisica svanisce ed è soggetta alle vicende del tempo, la parola rimane. La mia parola resterà in eterno, leggiamo nella Sacra Scrittura.
In secondo luogo: l’altra presenza, quella di cui saremmo tanto avidi, invece d’essere esteriore, è interiore.
Come si fa presente Gesù nelle anime? Attraverso il veicolo, la comunicazione della parola – così normale, nei rapporti umani, ma che qui diventa sublime e misteriosa – passa il pensiero divino, passa il Verbo, il Figlio di Dio fatto Uomo. Si potrebbe asserire che il Signore si incarna dentro di noi, quando noi accettiamo che la sua parola venga a circolare nella nostra mente, nel nostro spirito; venga ad animare il nostro pensiero, a vivere dentro di noi.
Ci sono – è ben risaputo – altri modi con cui il Figlio di Dio ha voluto accentuare la sua presenza, a cominciare da quello sostanziale, sublime, della Santissima Eucaristia: la presenza sacramentale di Gesù tra noi.
OMELIA DI PAPA PAOLO VI Domenica terza di Quaresima, 26 febbraio 1967