NON C’È NULLA DI PIÙ SOLENNE SULLA FACCIA DELLA TERRA DELL’ISTANTE DELLA CONSACRAZIONE: “La Messa è il collegamento tra noi e il sacrificio del Calvario sotto le specie del pane e del vino…Ecco lo scopo della vita! Redimere noi stessi in unione a Cristo!”

Amici di Fulton John Sheen

Poiché l’uomo si era separato da Dio, Egli, espiando, ha permesso che il suo Sangue fosse separato dal suo Corpo. Il peccato era entrato nel sangue dell’uomo; e come se tutti i peccati del mondo fossero su di sé, lasciò scorrere tutto il suo sacro Sangue dal calice del suo Corpo. Possiamo quasi sentirlo dire: «Padre, questo è il mio Corpo; questo è il mio Sangue. Vengono separati l’uno dall’altro come l’umanità è stata separata da te. Ecco la consacrazione della mia croce».

Ciò che accadde quel giorno sulla croce avviene ora nella Messa, con questa differenza: sulla croce il Salvatore era solo, nella Messa è insieme a noi. Nostro Signore ora è in Cielo alla destra del Padre, intercedendo per noi. Pertanto, non può tornare a soffrire nella sua natura umana. Allora come può la Messa ri-presentare il Calvario? Come può Cristo rinnovare la croce?

Egli non può soffrire…

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CHI SI SCANDALIZZA DEL MALE CHE VEDE NELLA CHIESA DIMOSTRA DI NON CONOSCERE LE VERE VIE DI DIO E RISCHIA DI PERDERE LA FEDE: “Invece di lamentarci della Chiesa, diventiamo noi il suo decoro con la nostra santità” DON DOLINDO RUOTOLO

Stringiamoci alla Chiesa Cattolica, Apostolica Romana e non ci scandalizziamo se vediamo in lei le spine, la paglia, i bruchi; sono proprio questi i contrassegni di un fiore vivo, che ha radici viventi e che prospera nella terra. Le miserie della Chiesa non sono la sua vita, ma la sua dolorosa passione. Se Gesù Cristo si diede in mano ai peccatori, ed apparve come il rifuto di tutti, quale difficoltà che il suo corpo mistico sia anch’esso piagato, coperto di sputi, coronato di spine e crocifisso? La passione non tolse a Gesù la sua santità, la sua maestà, la sua bontà; sotto quella spoglia mortale insanguinata vi era il Verbo di Dio.

Nello stesso modo le miserie degli uomini che piagano la Chiesa, non tolgono nulla alla sua santità ed alla sua bellezza. Ora cresce il grano insieme con la zizzania, e nella stessa rete si raccolgono i pesci buoni e quelli cattivi; ma poi verrà l’ora della messe finale, la paglia sarà bruciata ed il pesce cattivo sarà gettato via; allora apparirà la Chiesa in tutta la sua meravigliosa bellezza. L’oro non cessa di essere oro sol perché è mescolato con la scoria; quando si getta nel crogiuolo, allora la scoria si divide dalla lucida massa ed è gettata nel posto dei poveri rifiuti. Invece di lamentarci della Chiesa, diventiamo noi il suo decoro con la nostra santità, e rendiamoci degni di contemplarne l’ineffabile bellezza nel Cielo. (…)

I Santi di fronte alle lotte ed alle opposizioni non hanno atteggiamenti di rivolta, ma rinnovano la loro professione di fede, come fecero i figli di Ruben, di Gad e di Manasse: “Il fortissimo Dio Signore, il fortissimo Dio Signore, Egli lo sa”. Non si affidano all’umana testimonianza ma a Dio, non si ribellano alla Chiesa, ma si rimettono al suo giudizio dicendo: “Anche Israele lo comprenderà”. Manifestano semplicemente quello che Dio compie in loro e non presumono di formare una Chiesa distinta, ma attendono con profonda riverenza quello che decide l’autorità.

(Don Dolindo Ruotolo dal commento al libro di Giosuè)

Nella via della fede, della speranza e dell’amore uno dei cimenti più gravi al quale noi siamo esposti è questo: la Chiesa Cattolica è santa; lo ripetiamo tutti i giorni nella nostra professione di fede; intanto, osservando quelli che ne fanno parte, noi constatiamo una cosa tanto diversa, poiché vediamo spesso in loro colpe e miserie gravi; le vediamo nei nostri tempi e nei periodi passati della storia. Eppure se noi negassimo alla Chiesa la nota della santità, avremmo già fatto naufragio nella fede. (…)

Noi vediamo la Chiesa prima della messe finale e crediamo che sia formata da ogni foglia ingiallita, da ogni frutto marcito, ma non è così, il suo cammino attraverso i secoli non è che un lavoro di purificazione e di cernita, ed in mezzo ai cattivi, in mezzo agli scandali stessi, Essa è santa nel suo nucleo vitale, in quegli eletti che la mano di Dio sceglie, e che permette siano mescolati ai cattivi perché la loro fedeltà sia più bella, e sia provata nel fuoco come l’oro. (…)

Ora il Signore manifesta quelle anime che sono fecondate da Lui, quei germogli veri piantati dalla sua mano attraverso le tribolazioni, le prove e gli scandali stessi del mondo. Sotto la raffica inaridiscono le piante selvatiche, come l’erba dei tetti, e si fortificano le piante feconde. Le anime buone, nella convivenza con le cattive, sono come potate di ogni germoglio naturale; è una Provvidenza ammirabile di Dio. La vera carità soprannaturale per esempio nasce dalla compagnia degli esseri insopportabili; allora si guarda Dio solo, allora si sfrondano le sensibilità dell’affetto umano, allora si compiono atti nascosti di eroismo vero che Dio solo vede.

La vera umiltà non è un atteggiamento più o meno untuoso, una protesta verbale d’indegnità, ma è una ferma convinzione del proprio nulla in mezzo alle miserie ed alle umiliazioni che fanno cadere la pompa dell’orgogliosa natura. La vera fede e la vera pietà germina fra le oscurità ed in mezzo alle assordanti voci della stolta miscredenza. Allora si vede se l’anima è veramente fecondata da Dio, se è fedele oppure no. Per questo chi si scandalizza del male che vede nella Chiesa mostra di non conoscere le vere vie di Dio. Il Signore non vuole e non approva quel male; ma dato che l’umana malignità lo produce, Egli se ne serve per il bene dei suoi eletti. (…)

Dato che la malizia umana mescola nella Chiesa di Dio il male col bene, il Signore lo permette e lo tollera affinché le anime si addestrino al combattimento. È in mezzo alle ostilità che l’apologia cristiana si sviluppa; è in mezzo alle persecuzioni che si forma lo spirito eroico dei Martiri, è in mezzo agli scandali che l’anima combatte col male, lo scova nella sua piega più nascosta, e lo elimina. II Signore permette che vi sia il male, per non violentare la nostra libertà, e lo utilizza per provare la fedeltà del suo gregge. Quando il male prende il sopravvento e invade la parte eletta del suo ovile, Egli con i castighi richiama i suoi fedeli nella retta via. Per questo, quando gli Ebrei non vissero soltanto in mezzo ai Cananei ma sposarono le loro figlie e diedero loro come mogli le proprie figliuole, quando fecero il male ed adorarono gl’idoli, il Signore si adirò e li diede nelle mani dei nemici.

Così Egli fa anche nella Chiesa; nei momenti di rilassamento la flagella, ed in mezzo alle tribolazioni suscita in lei quelli che la difendono; il flagello scuote il torpore degl’ignavi, i Santi riconducono i traviati all’ovile. È tutta una Provvidenza ammirabile della quale noi appena appena riusciamo a scorgere qualche barlume. La Chiesa rimane sempre quale l’ha fatta il suo Sposo divino, Una, Santa, Cattolica, Apostolica. A volte le annate del suo campo sono più scarse, a volte sono più abbondanti, ma il suo raccolto è sempre puro e santo, perché attraverso le lotte e le prove, Essa è crivellata, e cade da lei il rifiuto perché rimanga solo il buon grano. Il Salvatore divino, il vero Giudice dei vivi e dei morti, è sempre pronto a soccorrerla nelle sue maggiori necessità, come sorgevano i Giudici per aiutare Israele. Egli allora si leva sulla nave pericolante, comanda ai venti ed alle tempeste, e si fa subito una grande tranquillità.

(Don Dolindo Ruotolo dal commento al libro dei Giudici)

“FULTON SHEEN? SEMBRA UN VAMPIRO! NON SONO INTERESSATA ALLE PAROLE DI QUESTO PRETE ORRIBILE” La madre del bambino miracolato grazie all’intercessione di Fulton

Amici di Fulton John Sheen

La madre del bambino miracolato grazie all’intercessione di Fulton:

“Essendo cresciuta nell’Illinois centrale, avevo sentito nominare il Vescovo Sheen, il più delle volte dai miei nonni. La prima volta che lo vidi, però, mi trovavo nel salotto dei miei genitori durante le vacanze estive, mentre ero all’Università. Stavo saltando da un programma all’altro in TV quando per un attimo mi soffermai a guardare un canale cattolico e fui colpita dallo sguardo penetrante di un uomo i cui occhi parevano fissarmi direttamente dallo schermo. “Chi è quello?” chiesi a mia madre, mentre attraversava la stanza. “Quello è il Vescovo Sheen. Viene da queste parti. È nato a El Paso, mi pare”, mi rispose lei. I suoi occhi scuri mi fissavano mentre la sua mano afferrava il bordo del lungo mantello facendolo svolazzare per coprirsi fin davanti sul petto. Le sue guance erano incavate, il suo volto era magro, trasmetteva una vera…

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PERCHÉ PAPA FRANCESCO È IL PONTEFICE LEGITTIMO DELLA CHIESA?

Dato che molti fedeli negano che il Papa vero sia Francesco e rischiano di essere oggettivamente scismatici separandosi dalla comunione con la Chiesa, ho deciso di postare alcuni pezzi trovati online per fare chiarezza sulla questione.

BUONA LETTURA E RIFLESSIONE!

Gli eretici Giovanni Wycliffe e Jan Hus respinsero numerosi Papi sulla base del fatto che erano troppo malvagi per essere veri successori di San Pietro. In risposta, il Concilio di Costanza ha formalmente condannato le seguenti definizioni dei due eretici:

-Articoli condannati di Giovanni Wicleff:

  1. Se il papa è predestinato e malvagio, e, quindi, membro del diavolo, non ha potere sui fedeli, se non forse quello che gli sia stato dato da Cesare.
  2. Non si deve temere la scomunica del papa o di qualsiasi prelato perché è una censura dell’anticristo.
  3. La chiesa romana è la sinagoga di Satana. Il papa non è vicario immediato e diretto di Cristo e degli apostoli.

(Il concilio dichiara eretico Giovanni Wicleff, ne condanna la memoria e ne ordina di esumare le sue ossa)

-Articoli condannati di Giovanni Huss (Jan Hus):

  1. Non si è tenuti a credere che questo – chiunque esso sia – particolare romano pontefice sia il capo di qualsiasi santa chiesa particolare, se Dio non lo ha predestinato.
  2. Nessuno fa le veci di Cristo o di Pietro, se non ne segue i costumi: nessun’altra sequela, infatti, è più pertinente né si riceve diversamente da Dio il potere di suo rappresentante, perché per quell’ufficio di vicario si richiede sia la conformità dei costumi, sia l’autorità di colui che lo istituisce.
  3. Il papa non è il successore certo e vero del principe degli apostoli, Pietro, se vive in modo contrario a quello di Pietro. E se è avido di denaro, allora è vicario di Giuda Iscariota. Con uguale chiarezza i cardinali non sono certi e veri successori del collegio degli altri apostoli di Cristo, se non vivono come gli apostoli, osservando i comandamenti e i consigli del signore nostro Gesù Cristo.
  4. Se il papa è cattivo, e specie se è predestinato, allora, come Giuda, l’apostolo, è diavolo, ladro e figlio della perdizione; e non è capo della santa chiesa cattolica militante, non essendo neppure suo membro.
  5. Il papa o il prelato indegno e predestinato, è solo equivocamente pastore; nella realtà è ladro e predone.
  6. Se il papa vive contrariamente a Cristo, anche se è stato scelto con regolare e legittima elezione secondo la costituzione umana vigente, la scelta invece è avvenuta per altra via che per Cristo, anche se si ammettesse che è stato eletto principalmente da Dio. Anche Giuda Iscariota, infatti, regolarmente e legittimamente eletto all’apostolato da Gesù Cristo, Dio, tuttavia salì per altra via nel recinto delle Pecore.
  7. Non perché gli elettori o la maggioranza di essi si sono trovati d’accordo secondo l’uso comune su una persona, per questo essa è legittimamente eletta, o per ciò stesso è vero e certo successore o vicario dell’apostolo Pietro, o di un altro apostolo in un ufficio ecclesiastico. Quindi, l’abbiano eletto bene o male gli elettori, noi dobbiamo guardare alle opere di chi è stato eletto. Infatti, per questo stesso che uno lavora di più, meritoriamente, al progresso della chiesa, ha anche da Dio, a questo fine, una maggiore potestà.
  8. Cristo reggerebbe meglio la sua chiesa mediante i suoi veri discepoli, sparsi sulla terra, senza questi capi mostruosi.

Fonte per il Concilio di Costanza: https://web.archive.org/web/20080604162004/http://www.totustuus.biz/users/concili/costanza.htm

-Di seguito alcuni pezzi, tradotti velocemente, da 2 articoli di un sito americano. Invito a leggere i due articoli interamente per chi conosce l’inglese:

1) Fatto dogmatico: l’unica dottrina che prova che Francesco è papa: https://onepeterfive.wpengine.com/dogmatic-fact-francis-pope/

2) Ad ogni obiezione una risposta. Perché Francesco è papa: https://onepeterfive.com/objection-answer-francis-pope/

-Ecco alcuni pezzi dei 2 articoli:

Il cardinale Louis Billot (che ha scritto l’enciclica Pascendi di Papa San Pio X), spiega tutte le condizioni che sono necessarie per un uomo a diventare un papa legittimo dal momento in cui la Chiesa accetta lui come papa:

“[Un] punto deve essere considerato assolutamente incontrovertibile e posto saldamente al di sopra di ogni dubbio: l’adesione della Chiesa universale sarà sempre, di per sé, segno infallibile della legittimità di un determinato Pontefice, e quindi anche dell’esistenza di tutte le condizioni richieste per la legittimità stessa. Non è necessario cercare lontano la prova di ciò, ma la troviamo subito nella promessa e nella provvidenza infallibile di Cristo: “Le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa”, ed “Ecco io sarò con voi tutti i giorni” … Dio può permettere che a volte una vacanza nella Sede Apostolica si prolunghi a lungo. Può anche permettere che sorgano dubbi sulla legittimità di questa o quella elezione. Non può però permettere che tutta la Chiesa accetti come Pontefice colui che non lo è così veramente e legittimamente. Pertanto, dal momento in cui il Papa è accolto dalla Chiesa e unito ad essa come capo del corpo, non è più permesso dubitare di un eventuale vizio di elezione o di un’eventuale mancanza di qualsiasi condizione necessaria per la legittimità. Infatti la suddetta adesione della Chiesa sana alla radice ogni colpa nell’elezione e prova infallibilmente l’esistenza di tutte le condizioni richieste.”

Nota l’ultima parte. Dal “momento” in cui è accettato come Papa dalla Chiesa, non è più consentito dubitare della sua elezione, né della presenza di eventuali condizioni richieste per la legittimità. Poiché Francesco è stato accettato come papa da tutta la Chiesa il giorno della sua elezione, nessuno degli argomenti attualmente in circolazione contro la sua legittimità sono validi, né per un vizio nell’elezione né per l’assenza di qualsiasi condizione (come la condizione che l’ufficio pontificio era vacante all’epoca).

Giovanni di san Tommaso spiega che la certezza che tutte le condizioni fossero soddisfatte è una conclusione teologica derivata dalla verità de fide che l’uomo è papa.

Lui scrive:

“È subito di fede divina che quest’uomo in particolare, legittimamente eletto e accettato dalla Chiesa, è il sommo pontefice e successore di Pietro… poiché è de fide che quest’uomo… è il Papa, si trae la conclusione teologica che erano veri elettori, e una reale intenzione di eleggere, così come gli altri requisiti ( condizioni ) senza i quali la verità de fide non potrebbe reggere. …

Prima dell’elezione esiste la certezza morale che tutte queste condizioni richieste nella persona siano effettivamente soddisfatte. Dopo il fatto dell’elezione e della sua accettazione, il compimento di queste condizioni è conosciuto con la certezza di una conclusione teologica, poiché esse hanno, di per sé, un’implicazione logica con una verità certa, e certificata dalla fede [cioè, che è il vero Papa]. … [T]che sia battezzato e soddisfi gli altri requisiti … si deduce di conseguenza[.] …”

Abbiamo quindi la certezza della fede, per una rivelazione implicitamente contenuta nel Credo e nella promessa fatta a Pietro, e resa più esplicita nella definizione di Martino V, e applicata e dichiarata in atto ( in exercitio ) dall’accettazione della Chiesa, che quest’uomo in particolare, eletto canonicamente secondo l’accettazione della Chiesa, è Papa.

-Risposta all’obbiezione: Se un pretendente al papato usurpasse illecitamente l’ufficio papale, senza diventare il papa legittimo, non sarebbe mai universalmente accettato come papa dalla Chiesa. D’altra parte, se la sua pretesa al papato è universalmente accettata, fornisce la certezza infallibile che è diventato papa. Il cardinale Billot spiega il motivo come segue:

“Dio può permettere che a volte una vacanza nella Sede Apostolica si prolunghi a lungo. Può anche permettere che sorgano dubbi sulla legittimità di questa o quella elezione. Non può però permettere che tutta la Chiesa accetti come Pontefice colui che non lo è così veramente e legittimamente”

-Obiezione: il Vaticano I ha definito che il papa è infallibile e quindi non può perdere la fede o insegnare l’eresia. Francesco chiaramente non ha la Fede, e ha insegnato l’eresia. Ciò dimostra che gli manca la protezione dell’ufficio pontificio e quindi è un segno che non è il papa.

Risposta: Da nessuna parte il Vaticano I ha definito che un papa non può perdere la Fede o insegnare personalmente l’eresia. Ciò che ha definito è che non può sbagliare quando definisce una dottrina, ex cathedra . Il cardinale Camillo Mazzella, che tenne la cattedra di teologia alla Gregoriana nel decennio successivo al Concilio Vaticano I, scrisse quanto segue nel De Religione et Ecclesia (1905):

” una cosa è che il Romano Pontefice non può insegnare un’eresia parlando ex cathedra (ciò che ha definito il Concilio Vaticano); ed è un’altra cosa che non può cadere nell’eresia, cioè diventare eretico come un privato. Su quest’ultima questione il Concilio non ha detto nulla ( De hac question nihil dixit Concilium ); e i teologi ei canonisti non sono d’accordo tra loro al riguardo.”

Più di un secolo dopo il Vaticano I, il cardinale Stickler scrisse:

“Nessun teologo oggi, pur accettando incondizionatamente l’infallibilità del romano pontefice, afferma con ciò che il papa, parlando in astratto, non può diventare personalmente eretico.”

-Obiezione: anche se Francesco è diventato papa dopo la sua elezione, chiaramente non ha la fede ora, quindi non può essere il papa. San Roberto Bellarmino diceva che un eretico è ipso facto deposto.

Risposta: Nel De Ecclesia Militante (Capitolo X), Bellarmino mostra quale sia la sua vera posizione riguardo alla perdita dell’incarico per eresia. Spiega che un papa che cade nell’eresia non perde il pontificato a meno che 1) non si separi pubblicamente dalla Chiesa o 2) sia condannato per eresia dalla Chiesa:

“È certo che, checché ne pensi l’uno o l’altro, un eretico occulto, se fosse Vescovo, o anche Sommo Pontefice, non perde la giurisdizione, né la dignità, né il nome del capo nella Chiesa, finché o non si separa se stesso pubblicamente dalla Chiesa , o essendo condannato per eresia, viene separato contro la sua volontà.”

Francesco non si è separato pubblicamente dalla Chiesa, né è stato condannato per eresia. Pertanto, secondo Bellarmino, non ha perso il suo ufficio. E il fatto che egli rimanga papa è confermato dall’infallibilità del Magistero ordinario e universale, che continua a riconoscerlo come papa, fornendo così «una chiara testimonianza della legittimità della sua successione» (Van Noort).

-Obiezione: Conosco molti cattolici che rifiutano Francesco come papa, quindi nego che sia “universalmente accettato” come papa.

Risposta: Anche se qualcuno nega che Francesco sia “universalmente accettato” ora , non può negare che Francesco sia stato universalmente accettato nelle settimane e nei mesi successivi alla sua elezione. Basta questo a dimostrare che è diventato papa. Come spiega il cardinale Billot, la legittimità di un pontefice romano è infallibilmente certa «dal momento in cui il Papa è accolto dalla Chiesa» . Lo stesso insegna Giovanni di S. Tommaso: “Appena gli uomini vedono o sentono che è stato eletto un Papa, e che l’elezione non è contestata , sono obbligati a credere che quell’uomo è il Papa, e ad accettarlo”.

-Obiezione: Anche se l’abdicazione di Benedetto fosse valida, l’elezione di Francesco era nulla a causa della congiura della mafia di San Gallo, vietata dall’Universi Dominici Gregis, n. 81.

Risposta: Il canonista Ed Peters ha fornito una risposta canonica a questa e ad altre obiezioni canoniche. Teologicamente, tutte queste obiezioni si rivelano false dall’accettazione universale di Francesco, che non avrebbe avuto luogo se eventuali atti illeciti dei cardinali avessero invalidato l’elezione. Rilevante anche qui è il seguente insegnamento di Sant’Alfonso:

“Non importa che nei secoli passati qualche Pontefice sia stato eletto illegittimamente o si sia impossessato del Pontificato con l’inganno; è sufficiente che sia stato poi accettato da tutta la Chiesa come Papa, poiché alla luce di tale accettazione è già diventato il Papa legittimo e vero…”

Va anche notato che l’elezione è semplicemente il meccanismo con cui la Chiesa sceglie un papa, ma è sempre Cristo che fa papa l’uomo conferendogli l’autorità pontificia. Ora, Cristo non è limitato dalla legge umana o impedito di agire a causa di atti illeciti o fraudolenti dell’uomo. Mentre è certo che Cristo sarà agente unendo l’uomo eletto (materia) al pontificato (forma) quando le leggi elettorali sono seguite, Egli non è ostacolato dal farlo a causa di un difetto nelle elezioni. Questo spiega perché alcuni uomini illecitamente eletti divennero papi legittimi.

Ciò si applicherebbe logicamente anche al contrario. Ad esempio, se un papa fingesse di dimettersi dal papato e ingannasse la Chiesa facendogli credere di averlo fatto (che è essenzialmente ciò che gli attribuiscono coloro che negano la validità delle dimissioni di Benedetto), non c’è dubbio che Cristo avrebbe spogliato il tale del pontificato. Ciò è implicitamente confermato dagli esempi storici di veri papi che furono illecitamente deposti ma che tuttavia persero l’ufficio papale quando vi si assoggettarono.

Ora, poiché è certo che solo Cristo può autorevolmente togliere dal pontificato un vero papa, se lo ha fatto nei casi di papi illegalmente deposti ma acconsentiti, non farebbe altrettanto nel caso di un papa che ha finto di dimettersi, orchestrando la propria abdicazione illegale e acconsentendovi? Senza dubbio lo avrebbe fatto, e se il prossimo papa fosse stato universalmente accettato, lo dimostrerebbe.

-il rifiuto della legittimità di un papa che è stato universalmente accettato è un “peccato mortale contro la fede”. Giovanni di San Tommaso lo qualifica come un’eresia:

“Chi negherebbe che un determinato uomo è Papa dopo che è stato pacificamente e canonicamente accettato, sarebbe non solo uno scismatico, ma anche un eretico ; poiché, non solo squarcerebbe l’unità della Chiesa… ma vi aggiungerebbe anche una dottrina perversa, negando che l’uomo accettato dalla Chiesa sia da considerare come il Papa e la regola della fede. Pertinente qui è l’insegnamento di san Girolamo (Commento a Tito, capitolo 3) e di san Tommaso (IIa IIae Q. 39 A. 1 ad 3), secondo cui ogni scisma inventa per sé qualche eresia, per giustificare il suo ritiro dalla Chiesa. Così, sebbene lo scisma sia distinto dall’eresia, nel (…) caso in esame, chi negherebbe la proposizione appena formulata non sarebbe uno scismatico puro, ma anche un eretico, come sostiene anche Suarez.”

Vale la pena notare che il motivo per cui Cartechini lo ha qualificato come “peccato mortale contro la fede”, piuttosto che eresia, è dovuto ad uno sviluppo dottrinale avvenuto negli ultimi secoli. Oggi, in senso stretto, l’eresia si limita al rifiuto di una verità formalmente rivelata (oggetto primario dell’infallibilità), mentre nei secoli passati il ​​rifiuto di qualsiasi dottrina de fide era considerato eresia (cfr ST II q 11, a 2). Ma che sia qualificata come eresia in senso stretto o solo in senso lato, in entrambi i casi, è un peccato mortale contro la fede, che priverà un cattolico dello stato di grazia e meriterà una punizione eterna.

UN FATTO STORICO

PAPA VIGILIO: “la modalità della sua elevazione alla Sede di Roma fu viziata da irregolarità e soprusi.”

Nel frattempo, morto Agapito, grazie all’influenza del re dei goti, era stato nominato papa Silverio (536-537), e non molto tempo dopo il generale bizantino Belisario, in guerra contro i goti, si pose alla difesa di Roma. L’assedio che il re goto Vitige pose alla città suggerì a Teodora il momento propizio per mettere in atto i suoi piani, del cui contenuto Vigilio, rientrato in Italia, aveva già messo al corrente Belisario. Tramite una lettera contraffatta il papa venne accusato di essersi accordato con Vitige. Si affermava che Silverio avrebbe offerto al re di lasciare segretamente aperta una delle porte della città in modo da consentire l’ingresso dei goti e liberare Roma dai bizantini. Convocato l’11 marzo 537 da Belisario per discolparsi, il papa non riuscì a confutare le accuse, quindi fu arrestato, spogliato del suo abito episcopale, vestito con una tonaca da monaco e spedito in esilio a Patara, in Licia. Un suddiacono annunciò al popolo che Silverio non era più papa. Il 29 dello stesso mese, su imposizione di Belisario, Vigilio fu consacrato vescovo di Roma al suo posto.

Liberato successivamente Silverio dall’esilio per intercessione di Giustiniano, venne posto sotto la custodia di Vigilio, che lo relegò nell’isola di Palmarola (mar Tirreno). Ma la sua elezione non poteva ancora considerarsi perfezionata e l’11 novembre 537 Silverio fu indotto a firmare un atto di volontaria abdicazione. Solo allora l’intero clero romano fu costretto ad accettare l’elezione di Vigilio, benché ottenuta con la violenza e con la simonia. Nell’isola in cui era stato deportato, ben presto Silverio morì, forse assassinato, o forse per stenti. Il Liber pontificalis afferma che papa Silverio fu nutrito “del pane della tribolazione e dell’acqua dell’angoscia” fino alla morte[6][7], avvenuta il successivo 2 dicembre.

Molto, in queste accuse contro Vigilio, sembra esagerato, ma sicuramente la modalità della sua elevazione alla Sede di Roma fu viziata da irregolarità e soprusi.

Fonte: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Papa_Vigilio

UN PEZZO DEL CATECHISMO PER CONCLUDERE:

Il primo comandamento ci richiede di nutrire e custodire la nostra fede con prudenza e vigilanza e di respingere tutto ciò che le è contrario.

Ci sono diversi modi di peccare contro la fede:

Il dubbio volontario circa la fede trascura o rifiuta di ritenere per vero ciò che Dio ha rivelato e che la Chiesa ci propone a credere. Il dubbio involontario indica l’esitazione a credere, la difficoltà nel superare le obiezioni legate alla fede, oppure anche l’ansia causata dalla sua oscurità. Se viene deliberatamente coltivato, il dubbio può condurre all’accecamento dello spirito.

L’incredulità è la noncuranza della verità rivelata o il rifiuto volontario di dare ad essa il proprio assenso. « Viene detta eresia l’ostinata negazione, dopo aver ricevuto il Battesimo, di una qualche verità che si deve credere per fede divina e cattolica, o il dubbio ostinato su di essa; apostasia, il ripudio totale della fede cristiana; scisma, il rifiuto della sottomissione al Sommo Pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti ».

(Catechismo della Chiesa Cattolica, 2088-2089)

LA CHIESA È NEMICA DEL SESSO? NO! “Non c’è maggiore sciocchezza di quella che afferma che la Chiesa si oppone al sesso”

Amici di Fulton John Sheen

Non c’è maggiore sciocchezza di quella che afferma che la Chiesa si oppone al sesso. Non vi si oppone più di quanto si opponga alla necessità di consumare un pranzo, di andare a scuola, di possedere una casa. La natura non è corrotta. Come dice Aristotele, “la natura non mente mai”. È il falso uso che l’uomo fa della natura che oscura la faccia del mondo.

La Chiesa non ritiene che il sesso sia l’unico istinto dell’uomo o che tutti gli altri istinti debbano essere interpretati in termini di sesso. Ma, profondamente comprensiva della natura umana, essa insegna che l’aspirazione alla perfezione è fondamentale e che il sesso è soltanto un mezzo, dei tre menzionati, per conseguire una relativa perfezione nella vita terrena.

Dove dunque i fanatici del sesso hanno pescato l’idea che la Chiesa sia nemica del sesso? Nella loro stessa incapacità a fare una distinzione: la distinzione tra…

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LA RICERCA DELL’AMORE: IN CIELO NOI CATTUREREMO L’ETERNO AMORE! “È di questo Perfetto Amore che tutti i cuori dell’universo hanno bisogno…Solo in Dio è la consumazione di tutti i desideri”

Amici di Fulton John Sheen

In ogni cuore c’è una lotta tra romanticismo e matrimonio, tra fidanzamento e unione, tra inseguimento e cattura. L’amore terreno che è soltanto ricerca è incompleto; l’amore che è soltanto conseguimento è inerte. L’amore che si limita al possesso assorbe e distrugge l’essere amato; quello che si limita al desiderio è una forza inutile che si estingue come una stella senza vita. Quando mancano la ricerca o la soddisfazione da soddisfare, si genera il mistero e, a volte, la pena dell’amore. Come semplice perseguimento, l’amore è la morte per fame; come sola soddisfazione è la morte per sazietà e per il suo stesso “troppo”.

Se l’amore non potesse elevarsi al di sopra della terra, oscillerebbe, come il pendolo di un orologio, tra inseguimento e cattura, cattura e inseguimento, all’infinito. Ma i nostri cuori aspirano a qualche cosa di più. Noi vogliamo sfuggire a questo stancante e incessante inseguimento: non desideriamo…

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ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA: “Maria, che è la Madre dell’Eucaristia, sfugge alla decomposizione della morte…Per sua natura, l’Amore è un’Ascensione in Cristo e un’Assunzione in Maria”

Amici di Fulton John Sheen

Nel 1854 la Chiesa ha parlato dell’anima nell’Immacolata Concezione. Nel 1950 tratta del corpo: il Corpo Mistico, l’Eucarestia, l’Assunzione. Con abili tocchi dogmatici, la Chiesa va ripetendo a una nuova età pagana la verità espressa da Paolo: “I vostri corpi sono del Signore”. Non c’è nulla nel corpo che possa dare origine alla disperazione. L’uomo è connesso col nulla, come insegnano i filosofi del decadentismo, ma solo nella sua origine, non nel suo destino. Questi filosofi considerano il nulla la fine; la Chiesa lo considera l’inizio, perché l’uomo fu creato ex nihilo.

L’uomo moderno si volge al nulla attraverso la disperazione; il cristiano conosce il nulla soltanto attraverso l’autonegazione, che è umiltà. Quanto più il pagano “annulla” se stesso, tanto più si avvicina all’inferno della disperazione e al suicidio. Quanto più il cristiano “annulla” se stesso, tanto più si avvicina a Dio. Maria discese così profondamente nel nulla, che venne…

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IL MASSIMO ATTO DI UMILTÀ E L’UMILIAZIONE PIÙ GRANDE CHE IL MONDO ABBIA MAI CONOSCIUTO: “Pensate a Dio che diventa uomo!”

Amici di Fulton John Sheen

Avete mai pensato al massimo atto di umiltà che il mondo abbia mai conosciuto? Per comprendere ciò sarà utile ricorrere a un’analogia.

Supponete di essere contristati per il modo in cui sono trattati i cani, picchiati dai passanti, ridotti alla fame e scacciati dalla compagnia dell’uomo. Supponete inoltre che, per insegnare all’umanità ad amare i cani, vi spogliate del vostro corpo e mettiate la vostra anima nel corpo di un cane. Ciò significherebbe che dentro un organismo canino ci sarebbe un intelletto capace di conoscere Dio e una volontà capace di amarlo. Supponete che, nell’assumere la forma e le abitudini di un cane, abbiate deciso di non trascendere mai i limiti di quell’organismo animale. Pur avendo una mente capace di discernere l’infinito, voi non parlereste mai, non articolereste una parola: vi limitereste ad abbaiare. Pur essendo un artista, non prendereste mai un pennello per dipingere.

In secondo luogo, supponete di…

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DON DOLINDO RUOTOLO SULLA VERA E FALSA OBBEDIENZA VERSO LA CHIESA…PER QUELLI CHE VOGLIONO GIUSTIFICARE LA LORO DISOBBEDIENZA E RIBELLIONE: “Se un membro si stacca dal corpo per protesta perché un altro membro è ammalato si vota alla morte” “Tutto quello che pretende prosperare fuori della Chiesa, anche con retta intenzione, non è che spine e triboli”

DON DOLINDO RUOTOLO:

Vedete poi che quelli che parlano contro la Chiesa ne sono sempre l’immondezza. Chi piú sviato di N… ora? Ebbene proprio lui pretende di erigersi a giudice della Chiesa. Imparatelo, figlie mie: quando uno vi parla male della Chiesa, giurateci che è un ribelle, un disperato che vi parla. Chi è buono, chi non è morto a Dio vede tutta la divina bellezza della Chiesa!…

-Fra’ Girolamo Savonarola e S. Caterina da Siena-

La Chiesa è sublime, è grande, è santa, è proprio la sposa di Gesù; io vorrei farvi vivere questa verità come la vivo io, poiché Gesù nel mio povero cuore ci ha versato un torrente di amore per la sua Chiesa. E se a Gesù sono caro, è perché io amo la sua Chiesa, ed a costo della distruzione le sono rimasto fedele, per sua specialissima grazia.

A tavola ora, nella «Storia del Pastor», stiamo leggendo la storia del Savonarola. Voi sapete quanto io ami il Savonarola, e quindi quel che vi dico non è sospetto. II “Pastor” ha dei giudizi sul Savonarola che mi sembrano assai precisi. Egli dice che il Savonarola era un’anima retta, piena di amore a Dio, ma un poco esaltata perché credeva di avere una missione profetica, ad ogni costo, fuori e sopra della Chiesa. Egli mutò Firenze in una “città convento”, tanto ne riformò i costumi, ma la sua azione era superficiale, come lo dimostrarono i fatti, perché era un’azione indipendente, non vivificata dalla Chiesa. Ci furono Santi che parlarono più aspramente di lui dei vizi ecclesiastici, e fecero frutto. Santa Caterina da Siena giunse a chiamare “demoni” i Cardinali, ma il suo spirito era tutto sottomesso all’obbedienza della Chiesa. Il Savonarola invece distingueva, in fatto di obbedienza, e questa mancanza di abbandono alla Chiesa rovinò tutta l’opera sua.

lo, che sono passato per tutte le miserie umane, nel primo periodo del 1907-1908, nel quale venni innanzi al S. Uffizio la prima volta, non conoscevo profondamente la Chiesa; caddi nello stesso errore, volli distinguere nell’obbedienza, perché la credetti contraria alla coscienza. Non peccai, ma sconvolsi, però, tutta la mia attività sacerdotale. Questo è un fatto che io confesso a mia umiliazione e a gloria della Chiesa. Ora invece io sono ciecamente abbandonato alla Chiesa, e questo sarà la vera vita dell’opera di Dio. Allora io fui ingannato, in verità, da chi dirigeva l’anima mia. Egli avrebbe dovuto solo suggerirmi di obbedire, ed invece pretendeva avere dalla Chiesa un giudizio infallibile, mentre l’opera di Dio non era neppure delineata. Fu un errore grave che ha portato tanto ritardo nella glorificazione di Dio.

Il “Pastor” dice che la Chiesa condannò giustamente il Savonarola, benché a capo della Chiesa ci fosse un Papa peccatore come Alessandro VI, e dimostra luminosamente il suo asserto, tanto che io esultavo proprio vedendo come la Chiesa è guidata dallo Spirito Santo…I secoli più tenebrosi della Storia della Chiesa sono quelli nei quali Essa più si dimostra divina. Ringraziai tanto Gesù che in quest’opera Egli ha tutto fondato sull’obbedienza alla Chiesa, che in quest’opera tutto rientra nella vita potente della Chiesa (*).

Il Savonarola, invece, agiva esageratamente, ed è evidente dalla storia. Egli pretendeva che la città intera digiunasse spesso a pane ed acqua. Agiva soprattutto indipendentemente, non obbedì agli ordini ricevuti, e così cadde nella politica, gettò la dissensione nella città, e distrusse con le sue mani il grande bene che vi aveva operato. II Savonarola non capì che obbedendo, tacendo, appartandosi, avrebbe, invece, fecondato tutto il bene fatto. Egli agí con rettitudine, ma la natura non era estranea ai suoi risentimenti. Dio permise che fosse condannato così crudelmente, perché lo amava ed in una morte da vero santo lo purificò da tutte queste miserie.

lo non so esprimermi, ma, sentendo leggere questo periodo della storia, vivevo proprio la grandezza della Chiesa, e sentivo che la volontà di Dio è nella piena sua manifestazione proprio nella vita della Chiesa, in qualunque modo essa sia inquinata dalla vita cattiva di chi la regge. Dalla storia si vede proprio quanto è vero che Gesù è l’Autore e la Vita della Chiesa, e che tutto quello che pretende prosperare fuori della Chiesa, anche con retta intenzione, non è che spine e triboli.

(*) Ecco svelato il segreto di tutta la vita, la missione di sofferenze, di croci, di umiliazioni di Don Dolindo: Egli vuole far vivere la grande verità della Chiesa, «sublime, santa e sposa di Cristo»… come la vive lui, poiché Gesù nel suo povero cuore «ci ha versato un torrente di amore per la sua Chiesa». È questa una pagina forte, magistrale!!! Non basta la retta intenzione, non basta dire cose buone, ma è necessario agire in quella «struttura» in quel Corpo Mistico vivificato dallo Spirito Santo, anche se vi sono membra ammalate. Se un membro si stacca dal corpo per protesta perché un altro membro è ammalato, si vota alla morte, perché sino a tanto che rimane nel corpo tutto l’insieme contribuirà a risanare le ferite.

(Don Dolindo Ruotolo, da “Don Dolindo e il S. Ufficio, Lettere da Roma”)

P.S. Qui su questi link si possono trovare altri pezzi molto interessanti di Don Dolindo Ruotolo sull’obbedienza e la Chiesa:

-LA MORMORAZIONE CONTRO I SUPERIORI E IL PAPA È UN GRAN MALE – COME AGISCE LA CHIESA QUANDO C’È IL RISCHIO DI UNO SCISMA?: “Chi si ribella all’autorità della Chiesa dimostra di non aver avuta nessuna missione dal Signore e di essere un’anima falsa.” RIBELLARSI ALLA CHIESA È MATRICIDIO – COMMENTO MOLTO ATTUALE E IMPORTANTE DI DON DOLINDO RUOTOLO!:

LA MORMORAZIONE CONTRO I SUPERIORI E IL PAPA È UN GRAN MALE – COME AGISCE LA CHIESA QUANDO C’È IL RISCHIO DI UNO SCISMA?: “Chi si ribella all’autorità della Chiesa dimostra di non aver avuta nessuna missione dal Signore e di essere un’anima falsa.” RIBELLARSI ALLA CHIESA È MATRICIDIO – COMMENTO MOLTO ATTUALE E IMPORTANTE DI DON DOLINDO RUOTOLO!

-Don Dolindo Ruotolo, fedele obbedienza del Sacerdote a Cristo nella Chiesa:

Don Dolindo Ruotolo, fedele obbedienza del Sacerdote a Cristo nella Chiesa

Don Dolindo Ruotolo dopo l’ordinazione presbiterale del 24 giugno 1905 a quasi 23 anni, fu nominato professore dei chierici della Scuola Apostolica e maestro di canto gregoriano. Per un breve periodo si trasferì a Taranto e poi al seminario di Molfetta, dove insegnò e lavorò per la riforma del seminario stesso.

Il 29 ottobre 1907 fu richiamato a Napoli e gli fu ordinato di non interessarsi più della faccenda. Accusato d’essere un «eretico formale e dogmatizzante», andò a Roma per sottoporsi al giudizio del Sant’Uffizio: dopo quattro mesi di inchiesta, nei quali Ruotolo non ritrattò, fu sospeso a divinis e costretto a sottoporsi a perizia psichiatrica, dalla quale risultò sano di mente. Il 13 aprile 1908 fu convocato a Napoli dai superiori della congregazione, che lo espulsero e lo sottoposero a un esorcismo.

Si trasferì a Rossano, in Calabria; l’8 agosto 1910 la richiesta di revisione della sospensione ebbe esito positivo e fu riabilitato, dopo due anni e mezzo di sospensione. Per la seconda volta, nel dicembre 1911, venne convocato a Roma e poi rimandato a Napoli nel 1912. Subì un processo nel 1921, fu condannato e nuovamente allontanato. Venne definitivamente riabilitato il 17 luglio 1937, a 55 anni.

La sua vita di sacerdote ormai diocesano proseguì a Napoli, nella chiesa di San Giuseppe dei Nudi, di cui il fratello Elio fu parroco. Qui Ruotolo fu l’ideatore dell’Opera di Dio e dell’Opera Apostolato Stampa.

Ruotolo lasciò il Commento alla Sacra Scrittura in 33 volumi, molte opere di teologia, ascetismo e mistica, interi volumi di epistolari, scritti autobiografici e di dottrina cristiana. Il Commento alla Scrittura adottava un metodo esegetico tradizionale cercando di ricomporre nell’esegesi la frattura tra scienza e fede, metodo combattuto allora dal Pontificio Istituto Biblico e dalla Pontificia Commissione Biblica, guidati rispettivamente da Augustin Bea e da Eugène Tisserant. La sua opera fu condannata dal Sant’Uffizio per l’intervento di padre Alberto Vaccari, nonostante la difesa di Giovanni Maria Sanna, vescovo di Gravina e Irsina, e di Giuseppe Maria Palatucci, vescovo di Campagna.

PROFEZIE DI FULTON SHEEN SUI NOSTRI TEMPI: “L’Anticristo immagina il nuovo Stato socialista in cui lui e i suoi seguaci organizzeranno ogni cosa…Il prossimo conflitto avverrà tra Religione di Dio e Religione di Stato, tra Cristo e Anticristo” LA PASSIONE DELLA CHIESA SARÀ SOTTO IL POTERE DELLO STATO TOTALITARIO

Amici di Fulton John Sheen

“Il prossimo conflitto avverrà tra Religione di Dio e Religione di Stato, tra Cristo e Anticristo: quest’ultimo travestito da capo politico”

Mai prima d’ora nella storia umana il potere spirituale è stato così indifeso contro il potere politico; mai prima d’ora il potere politico ha usurpato in tanta misura il potere spirituale. Fu Gesù Cristo a patire sotto Ponzio Pilato; non fu Ponzio Pilato a patire sotto Gesù Cristo. Oggi, il vero pericolo non è la religione nella politica, ma la politica nella religione.

Per la prima volta nella storia del Cristianesimo, la politica, che iniziò con il dividersi dalla morale e dalla religione, ha capito che l’uomo non può vivere di solo pane, così ha tentato di catturare l’anima, attraverso ciascuna delle parole uscite dalla bocca di un Dittatore.

Per la prima volta nella civiltà occidentale Cristiana il regno dell’Anticristo ha acquistato forma politica e sostanza sociale, sovrastando e…

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