San Cirillo di Gerusalemme: “Male terribile il peccato, malattia dell’anima davvero tremenda la trasgressione dei comandamenti! Il peccato stronca ogni sua vitalità al punto di farla cadere e di farla precipitare nel fuoco dell’inferno, poiché è un male voluto, commesso per scelta deliberata.”

Dalle “Catechesi” di San Cirillo di Gerusalemme, Dottore della Chiesa

 

1. Male terribile ma curabile

Male terribile il peccato, malattia dell’anima davvero tremenda la trasgressione dei comandamenti! Il peccato stronca ogni sua vitalità al punto di farla cadere e di farla precipitare nel fuoco dell’inferno, poiché è un male voluto, commesso per scelta deliberata. Che noi pecchiamo per scelta deliberata, lo dice espressamente il profeta: «Io ti avevo piantata come vigna feconda, tutta di vitigni genuini; come mai ti sei sciaguratamente mutata in vigna bastarda?». Come mai la pianta buona diede frutti cattivi? Il male è una conseguenza del libero arbitrio: chi creò la pianta è immune da colpa. La vite sarà bruciata dal fuoco perché, sebbene piantata per produrre buoni frutti, fu libera di scegliere anche quelli cattivi. Dice l’Ecclesiaste: «Dio ha fatto l’uomo retto, ma gli uomini cercano tanti fallaci ragionamenti» . Infatti, aggiunge l’Apostolo, siamo davvero opera sua, creati per operare il bene . Il Creatore dunque, proprio perché buono, non ha creato che per il bene; ma la creatura si volse al male per sua scelta deliberata, commettendo come abbiamo detto il male terribile del peccato. Terribile ma non inguaribile! Terribile per chi vi si ostina, ma guaribile per chi se ne pente. È come se uno avesse voluto tenere il fuoco nelle mani; finché si ostina a tenere il carbone ardente, evidentemente non può non bruciarsi, ma se lo butta via elimina la causa della bruciatura. Chi pensasse che il peccato non scotta, ascolti quel che dice la Scrittura : «Si può portare il fuoco sul petto senza bruciare le vesti?». No, il fuoco del peccato consuma la vita dell’anima.

2. Il peccato ha origine dalla nostra volontà

Ma ci si domanda: Cos’è infine il peccato? Una belva? Angelo o demonio? Quale la sua scaturigine?. O uomo, non è un nemico dall’esterno che ti combatte, ma sei tu stesso la causa del male che fai e continui ad aumentare. Se il tuo sguardo è retto, l’occhio non concupisce; se ti contenti del tuo e non prendi la roba d’altri, la ladra avarizia è abbattuta. Se pensi al giudizio, non prevarranno in te né la lussuria, né l’adulterio, né l’omicidio, né qualsivoglia altra inosservanza. Quando ti dimentichi di Dio insorgono i pensieri cattivi e si commettono le trasgressioni dei comandamenti.

3. Concausa del peccato è il diavolo

Non sei però tu soltanto la causa del fatto peccaminoso, ma v’è un altro pessimo istigatore, il diavolo . Egli tenta tutti, ma non trionfa su chi non gli cede. Perciò dice l’Ecclesiaste: «Se l’ira di un potente si accende contro di te, non abbandonare il tuo posto» . Sprangagli contro la porta e tienilo lontano da te, non ti nuocerà. Se invece scioccamente ne accetti le suggestioni alla libidine trattenendoti con i pensieri cattivi, essa si radicherà in te e ti travolgerà incatenandoti la mente e precipitandoti nella voragine del male. Forse mi dirai: Io sono un fedele; anche se spesso mi vengono pensieri cattivi, non mi farò vincere dalla concupiscenza. Ma non sai che una radice non estirpata, spesso spacca anche la roccia? Non accogliere dal primo momento quel seme che a lungo andare finirà col fiaccare la tua fede. Strappa dalle radici il mal seme prima che germogli, perché a causa della tua incuria iniziale non debba poi ricorrere impensierito alla scure e al fuoco. Comincia dagli sguardi morbosi, cura per tempo la vista per non dover ricorrere al medico quando già fossi divenuto cieco.

4.Satana cadde per orgoglio

Primo stratega del peccato fu il diavolo. Perciò fu il primo a generare il male. Non lo dico io, ma lo disse il Signore: «Il diavolo fu peccatore dall’inizio16. Infatti prima di lui non aveva peccato nessuno, e peccò non perché necessitato dalla sua naturale struttura, come se fosse stato costretto al peccato privo di libertà: se così fosse stato, la colpa risalirebbe a Colui che così l’avrebbe strutturato. No, Dio lo creò buono, ma per avere scelto deliberatamente il male divenne diavolo, quel comportamento gli diede questo nome: era un arcangelo e poi fu diavolo. Ebbe questo nome perché da buon servo di Dio era caduto operando da suo nemico, questo significa il nome satana. Non è una mia affermazione, ma lo dice il profeta Ezechiele ispirato dallo Spirito Santo. Intonando infatti quella sua lamentazione sul diavolo, così l’apostrofa: «Eri stato modellato nel paradiso di Dio come sigillo della sua perfezione e aureola della sua bellezza». E poco dopo continua: «Rimanesti perfetto dal giorno in cui fosti creato finché in uno di quei tuoi giorni in te fu trovata l’iniquità». Molto puntuale la giuntura «in te fu trovata». Dice che il peccato non viene dal di fuori ma lo generi tu dal di dentro. Il profeta ne fa così l’eziologia: «Il tuo cuore si inorgoglì per la bellezza di cui splendevi, ma la moltitudine dei peccati di cui ti macchiasti te ne ha fatto perdere il fulgore, e perciò ti ho cacciato sulla terra». Le espressioni dell’Antico Testamento concordano con quelle che il Signore pronunziò secondo il Vangelo: «Io vedevo satana cadere dal cielo come folgore». Vedi che consonanza tra i due Testamenti! Satana trascinò con sé molti angeli apostati, e continua a farlo ancora con quanti gli danno retta eccitandone le concupiscenze, incitando ad adultèri, a fornicazioni e a qualsivoglia altro peccato. Per istigazione sua Adamo, nostro progenitore, fu scacciato da un paradiso spontaneamente prodigo di tanti frutti buoni, ed ebbe in eredità una terra irta di spine.

5.Il peccato è remissibile

Si chiederà: Che faremo dunque? Ora che in conseguenza di quell’inganno siamo caduti, non c’è più salvezza? Non potremmo rialzarci dalla caduta, accecati riacquistare la vista, zoppi tornare a camminare diritti, risorgere insomma dopo essere morti ? Sì, mio caro, potremo ottenerlo per la potenza di Colui che richiamò da morte a vita Lazzaro morto da quattro giorni e già maleodorante. Non potrà farlo e con meno fatica? Egli che ha versato per il nostro riscatto il suo sangue ci libererà dal peccato; non scoraggiamoci, fratelli! Non abbandoniamoci alla disperazione, è una cosa terribile perdere la speranza della conversione! Chi, infatti, dispera di salvarsi non ha più remora, e non fa che aggiungere male a male; chi invece spera di trovare rimedio al suo male lo cerca con ogni cura. Il malfattore se dispera d’essere graziato passa di follia in follia, ma se gli balena la speranza della grazia si avvia spesso al ravvedimento. Se persino il serpente cambia la vecchia pelle, non potremo deporre anche noi l’abito del peccato? Un campo, benché tutto coperto di spine, se ben coltivato diventa terreno fecondo di frutti! E tu credi irrecuperabile la salvezza? Dunque, la natura è suscettibile di salvezza. Ma per ottenerla si richiede una scelta della volontà!

6. Misericordia del Signore

Dio è misericordioso e non lesina il suo perdono. Non dire quindi: «Potrà egli perdonarmi e dimenticare che io ho fornicato, ho commesso non una ma tante volte adulterio e peccati d’ogni genere?». Ascolta cosa dice il Salmista: «Quant’è grande, Signore, la tua bontà». Non supererà la grandezza della misericordia di Dio il cumulo dei tuoi peccati: non supererà la destrezza del sommo Medico la gravità delle tue ferite: purché a lui ti abbandoni con fiducia. Manifesta al Medico il tuo male, e parlagli con le parole che disse Davide: «Ecco, confesserò al Signore l’iniquità che mi sta sempre dinanzi». Così otterrai che si avverino le altre: «Tu hai rimesse le empietà del mio cuore».

(Dalla Seconda catechesi battesimale. La penitenza)

 

Preparate la vostra anima a ricevere lo Spirito Santo

«Gioiscano i cieli, esulti la terra» (Sal 95, 11) per coloro che devono essere aspersi con l’issopò e anzi purificati da un issòpo spirituale, per virtù di colui che durante la passione fu abbeverato d’issòpo per mezzo d’una canna. Gioiscano anche le virtù celesti; si preparino le anime che si devono unire allo Sposo spirituale. Risuona infatti la voce di uno che grida nel deserto: «Preparate la via del Signore» (Mt 3, 3).
Assecondate quindi, o figli della giustizia, Giovanni che esorta e dice: Raddrizzate i sentieri del Signore (cfr. Lc 3, 4). Togliete tutti gli impedimenti ed ostacoli per giungere agevolmente alla vita eterna. Mediante una fede genuina preparate la vostra anima ad accogliere lo Spirito Santo. Cominciate a lavare le vostre vesti con la penitenza per essere trovati puri quando sarete chiamati alle nozze dello Sposo.
Lo Sposo infatti invita tutti, perché generosa e ampia è la grazia e tutti sono radunati dalla voce dei predicatori. Egli poi sceglierà coloro che saranno ammessi alle nozze, figura del battesimo.
Non avvenga ora che qualcuno di coloro che hanno dato i loro nomi debba udire: Amico, come sei entrato qui senza la veste nuziale? (cfr. Mt 22, 12).
Dio voglia invece che tutti possiate udire: «Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darà autorità sul molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone» (Mt 25, 21. 23).
Finora infatti siete rimasti fuori della porta, ma vi sia dato di poter dire: Il re mi ha introdotto nella sua stanza. Esulti l’anima mia nel Signore; mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia, come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli (cfr. Is 61, 10).
L’anima di voi tutti sia trovata senza macchia o ruga o alcunché del genere, non dico prima di aver ricevuta la grazia (come sarebbe infatti possibile, dato che siete chiamati alla remissione dei peccati?), ma quando vi sarà data la grazia, la coscienza concorra alla sua efficacia, non portando in sé motivo di condanna.
E’ certo una cosa grande, fratelli: accostatevi ad essa con molta cautela. Ognuno di voi comparirà davanti a Dio, alla presenza di molte miriadi di angeli. Lo Spirito Santo porrà il suo sigillo sulle vostre anime, sarete scelti per militare al servizio del gran re.
Perciò preparatevi e siate pronti, non tanto con l’abbigliamento di bianche vesti, quanto con l’interiore ricchezza dell’amore e della piena consapevolezza.

(Catech. 3, 1-3; PG 33, 426-430)

(Dalle «Catechesi» di San Cirillo di Gerusalemme, Vescovo e Dottore della Chiesa)