Robert Hugh Benson: “SANTITÀ E PECCATO”

 

Tratto da Paradossi del Cattolicesimo di “Robert Hugh Benson”

 

III – SANTITÀ E PECCATO

Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori (1 Timoteo 1, 15).
Santo, santo, santo! (Isaia 6, 3).

di Robert Hugh Benson

Un paio di accuse molto differenti – e di gran lunga più sostanziali – di quelle di ordine più o meno economico riguardanti gli interessi terreni e ultraterreni che abbiamo appena finito di considerare, si riferiscono ai modelli di perfezione predicati dalla Chiesa e alla sua stessa ammissione d’incapacità di vivere secondo tali modelli. Queste accuse possono essere riassunte brevemente dicendo che una metà del mondo considera la Chiesa troppo santa per la vita dell’uomo, e l’altra metà non abbastanza santa. Possiamo chiamare questi critici, rispettivamente, il Pagano e il Puritano.

 

1 – Il Pagano accusa la Chiesa di eccessiva santità.

«Voi Cattolici – dice – siete troppo intransigenti riguardo al peccato, e troppo poco indulgenti nei confronti della povera natura umana. Permettetemi di portare come esempio il peccato della carne. Qui si tratta di un tipo di desiderio immesso nell’uomo da Dio o dalla Natura (lascio a voi la scelta del nome di quella Forza che dà origine alla vita) per uno scopo saggio ed essenziale. Questi desideri sono forse i più violenti, e senz’altro i più seducenti; e la natura umana è, come sappiamo, qualcosa di estremamente incostante e vacillante. Ora, so benissimo che l’abuso di queste passioni conduce alla rovina e che la Natura ha le sue inesorabili leggi e punizioni; ma voi Cattolici con la vostra assurda ed irrazionale insistenza sull’offesa a Dio che tale abuso provocherebbe, non fate altro che aggiungere un ulteriore motivo di ripugnanza alla vita umana. Perché non solo denunciate con durezza l’“atto peccaminoso”, come lo chiamate voi, ma pretendete, pare, di andare più in fondo fino allo stesso desiderio. Non siete per niente concreti, mentre siete crudeli al punto di
affermare che lo stesso pensiero del peccato, qualora ci si soffermi deliberatamente, può privare l’anima del favore di Dio.
«E andando oltre, considerate i vostri ideali assurdi riguardo al matrimonio. Questi ideali possono avere una certa attrazione per coloro che intendono abbracciarli: possono essere per esempio – per usare un’espressione cattolica – “consigli di perfezione”; ma è puramente ridicolo che insistiate affinché siano riconosciuti come regole di condotta per tutto il genere umano. La Natura Umana è natura umana: non potete pretendere di costringere i molti per le idee visionarie di pochi. «Ed ora, per avere una visuale più ampia di ciò che dico, consideriamo i modelli più comuni che ci proponete, e che sono testimoniati dalla vita dei vostri santi. Questi vostri santi sono reputati dalla gente comune per nulla da ammirare. Non ci sembrano ammirevoli un S. Luigi che quasi non solleva gli occhi da terra, una S. Teresa che si rinchiude in una cella o un S. Francesco che si percuote con un ramo spinoso per non commettere il peccato. Questo genere di atteggiamenti stravaganti, oltretutto, provocano solo fastidio. Sembra che voi Cattolici puntate ad un modello che sia semplicemente non desiderabile; i vostri fini e i vostri metodi sono entrambi inadatti all’uomo, nonché sconvenienti per questo mondo in cui ci tocca vivere. La vera religione è certamente qualcosa di molto più concreto; una vera religione non sforza e non lotta oltre l’impossibile, non
cerca di migliorare l’uomo attraverso un processo di mutilazione. In alcune cose avete delle finalità eccellenti, e degli eccellenti metodi in altre; ma nelle vostre richieste estreme andate troppo oltre il segno. Noi Pagani né approviamo le vostre regole morali, né ammiriamo quelli che ci presentate come modelli di queste regole. Se foste meno santi e più naturali; meno idealisti e più concreti, rendereste un servizio ben maggiore all’umanità che vi proponete di aiutare. La religione dovrebbe essere un arbusto gagliardo e virile e invece voi l’avete resa una delicata pianta di serra».

 

L’altra accusa viene mossa dal Puritano.

«Il Cattolicesimo non è sufficientemente santo per essere la Chiesa di Gesù Cristo. Osservate com’è tollerante verso coloro che Lo oltraggiano e Lo crocifiggono di nuovo. Forse non è vero, come generalmente si pensa, che i preti Cattolici arrivino al punto di dare ai loro penitenti il permesso di peccare, ma l’estrema facilità con la quale dànno l’assoluzione praticamente equivale alla stessa cosa. Lungi dall’aver elevata la natura umana, la Chiesa Cattolica l’ha in realtà abbassata col suo atteggiamento nei confronti dei suoi figli che trasgrediscono la legge di Dio.
«Ed esaminiamo ora il comportamento di alcuni di questi suoi figli! C’è mai stato nella storia qualche criminale che abbia superato nella malvagità i criminali cattolici? È mai sceso qualcuno così in basso come, per esempio, nel Medioevo la famiglia dei Borgia, o come Gilles de Rais e molti altri, uomini e donne, che furono forse abbastanza “buoni Cattolici” per la loro fede, ma nel loro agire una disgrazia per l’umanità? Guardate ai paesi latini che hanno il primato dei crimini passionali, all’immoralità sessuale in Francia e in Spagna; alle turbolenze e alle miserie dell’Irlanda, alla brutale ignoranza dell’Inghilterra cattolica. Ci sono altre confessioni Cristiane che mostrano
tanti deplorevoli esempi quanti ne mostra il Cattolicesimo, di monache che fuggono dai conventi, di preti apostati, di Papi dissoluti? Come si spiega che circolano tante storie sull’iniquità del Cattolicesimo mentre non se ne sentono sulle altre confessioni cristiane? Concediamo pure che in ciò vi siano tutte le esagerazioni che volete, tutti i pregiudizi degli storici, tutte le malignità degli avversari: resteranno sempre delitti a sufficienza per dimostrare che nella migliore delle ipotesi la Chiesa Cattolica non è per niente migliore di qualunque altra istituzione religiosa, e nella peggiore – infinitamente peggiore – non è sufficientemente santa per essere la Chiesa di Gesù Cristo».

 

2 – Se ci rivolgiamo al Vangelo, troviamo anche qui formulate queste due accuse: esse infatti sono tra quelle portate come capi dì imputazione a carico di Nostro Signore. Per prima cosa Egli fu odiato per la Sua Santità: nessuno infatti può dubitare che l’eccelso modello di moralità da Lui predicato – che è lo stesso che viene predicato nel Cattolicesimo e che costituisce una delle accuse dei Pagani nei confronti della Chiesa – sia stata la causa principale del rifiuto che Gli fu opposto. Perché fu Lui, dopo tutto, a proclamare che i comandamenti di Dio vincolano non solo l’atto ma anche il pensiero. Fu Lui a dichiarare assassino e adultero chi con la mente si sofferma su queste tentazioni, pur non peccando materialmente; fu Lui infine che compendiò l’essenza del Cristianesimo nel modello di perfezione del proprio messaggio: Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei Cieli, disse ai discepoli esortandoli a tendere verso la bontà di Dio stesso! Fu questa Sua Santità ad attirargli l’ostilità del mondo: questa radiosa e perfetta Santità che si rivestiva della Sua Sacra Umanità: “Chi mi può persuadere a peccare… Chi è senza peccato scagli la prima pietra!” Queste furono le parole che ferirono l’ipocrita formalismo degli scribi e dei farisei e suscitò il loro eterno odio. Così come fu certamente la Sua Santità a portare irrimediabilmente al rifiuto definitivo nei Suoi confronti quando, davanti a Pilato, Gli fu preferito Barabba: «Non quest’uomo, non questo esemplare d’immacolata Perfezione! Non questa Santità che penetra il segreto dei cuori, ma Barabba, questo confortante peccatore così simile a noi stessi! Questo predone nella cui compagnia ci troviamo a nostro agio! Questo assassino la cui vita, comunque sia, non contrastando con la nostra non è a noi di rimprovero!» Gesù Cristo fu giudicato troppo Santo per restare al mondo. Eppure fu anche trovato non abbastanza Santo, e questa accusa fu portata molte volte contro di Lui. Ai custodi della Legge sembrava una cosa terribile che questo banditore di Giustizia sedesse con pubblicani e peccatori; che questo Profeta permettesse di essere toccato da una donna come la Maddalena: «Se fosse stato veramente un Profeta non avrebbe tollerato il contatto con i peccatori. Se fosse stato ardente di zelo per il Regno di Dio, non avrebbe permesso la presenza di tanti avversari del Regno. E invece sedette alla mensa di Zaccheo tranquillo e sorridente anziché gridare fino a far crollare il soffitto; chiamò Matteo traendolo dal banco delle imposte invece di farlo volare per aria con tutto il suo banco; guarì i lebbrosi col tocco della Sua mano anziché tenersene a distanza per la loro impurità come prescrive la stessa Legge di Dio».

3 – Queste dunque sono le accuse mosse contro i discepoli di Cristo, e queste stesse le accuse mosse contro il Maestro. È vero che la Chiesa Cattolica predica una moralità la cui attuazione è completamente al di là delle possibilità della natura umana se abbandonata a se stessa; che i modelli che propone sono modelli di perfezione; e che preferisce il più basso gradino della scala soprannaturale al più alto
della scala naturale. Come anche è vero indubbiamente che il Cattolico che si corrompe o viene meno alla sua fede è infinitamente più spregevole di un Pagano o di un Protestante che faccia altrettanto; che i più grandi criminali della storia furono Cattolici; e che i mostri dell’umanità: Enrico VIII, sacrilego, assassino e adultero; la regina Elisabetta, spergiura, tirannica ed impudica; Martin Lutero, i cui “Discorsi conviviali” sarebbero sufficienti a screditare la rispettabilità di una famiglia che ne sia in possesso, furono personaggi che ebbero dalla Chiesa Cattolica tutto ciò che essa poteva dare: l’insegnamento della dottrina, la guida spirituale, la grazia dei Sacramenti.
E allora come risolvere questo Paradosso?

3.1 – Innanzi tutto la Chiesa Cattolica è Divina. Essa abita, per così dire, nelle regioni celesti con lo sguardo costantemente rivolto alla Gloria di Dio. Custodisce gelosamente nel suo Cuore la Sacra Umanità di Gesù Cristo e la pura Perfezione della Sua Immacolata Madre dalla quale questa Umanità è stata tratta. E allora come si può pensare che possa essere contenta di qualcosa che sia meno che perfetto? Se la Chiesa fosse una Società venuta su dal basso – cioè una Società puramente umana – non potrebbe andare oltre quel livello di perfezione al quale l’hanno portata i suoi più nobili figli. Ma abitando in lei un elemento soprannaturale; essendo stato assegnato a Maria un dono al quale nessun essere umano avrebbe mai potuto ambire; essendo lo stesso Sole di Giustizia disceso dal cielo per condurre una vita umana in un corpo mortale, come può la Chiesa essere contenta di qualcosa che sia inferiore all’altezza dalla quale deriva?

3.2 – Ma poi è anche Umana: ha la sua dimora fra gli uomini ed è stata posta nel mondo allo scopo specifico di raccogliere nel suo seno e santificare con la sua grazia l’umanità allontanatasi da Dio. Lo stesso materiale sul quale lavora la Chiesa sono i peccatori, gli emarginati, i rifiuti della società: tutto un campionario dei prodotti più corrotti dell’umanità, che non ha alcuna speranza di riscatto se non nella Chiesa. Allora innanzi tutto essa cerca, se le riesce – e le riesce spesso, – d’innalzare questi reietti alla santità, e poi possibilmente agli onori dei propri altari. È riservato a lei, e a lei soltanto, innalzare il povero dalle immondizie, per farlo sedere insieme con i capi del popolo: essa antepone al proprio modello di perfezione nientemeno che la Maddalena e il ladrone. Se da un lato, però, essa soddisfa il proprio mandato con nessun’altra legge che quella che porta al livello più alto di santità, dall’altro si accontenta di qualcosa di molto modesto. Infatti se riesce anche solo a portare il peccatore entro i limiti della grazia; se riesce anche soltanto a far emettere dalle labbra dell’assassino in punto di morte un grido di contrizione, o solamente a fargli rivolgere gli occhi al crocifisso con un sguardo d’amore, la sua fatica è già mille volte compensata. Perché anche se non l’ha portato al punto più elevato della santità è per lo meno riuscita a portarlo ai piedi della santità stessa, collocandolo alla base di quella scala che dall’Inferno porta a raggiungere il Paradiso.
Perché solo lei ha questo potere; solo lei è così assolutamente sicura in presenza del peccatore in quanto essa sola possiede il segreto della cura. Nel suo confessionale c’è il Sangue di Cristo che rende l’anima di nuovo pura, e nel suo Tabernacolo il Corpo di Cristo che fa da cibo per la vita eterna. Solo lei osa essere amica del peccatore perché solo lei può salvarlo. Se dunque i suoi santi sono un segno della sua identità i peccatori ne rappresentano un altro.
La Chiesa non è soltanto la Maestà di Dio presente sulla terra: è anche il Suo Amore. I limiti di questo Amore, e solo essi, son gli stessi limiti della Chiesa. Il Sole di misericordia che brilla e la Carità che piove sopra i giusti e sopra gli ingiusti sono lo stesso Sole e la stessa Carità che le donano la vita. Se salgo al Cielo essa è là, glorificata in Cristo, alla destra del Padre; se scendo nell’Inferno essa è anche là per trarre indietro le anime dall’orlo di quell’abisso dal quale solo lei può sottrarle.
Essa è la stessa scala che Giacobbe vide allora, piantata nel sangue e nel fango della terra, che si eleva fino all’immacolato Splendore dell’Agnello. Santità ed empietà le appartengono ugualmente ed essa non se ne vergogna per niente; perché la Santità proviene dalla propria Divinità che è quella di Cristo, e l’empietà è quella della sua stessa Umanità, quella dei suoi figli traviati verso i quali, per la loro salvezza, essa esercita il suo mandato.
Per questo suo potere, che è sempre quello di Cristo, la Maddalena diviene il prototipo del Penitente; il ladrone il primo fra i redenti e Pietro, sabbia cedevole dell’Umanità, la roccia sulla quale essa stessa è fondata.

Fonte: http://www.parrocchiainsieme.it/public/Libri/Benson_Paradossi_del_cattolicesimo/Benson_Paradossi_del_cattolicesimo.pdf