“Perle spirituali del Beato Columba Marmion”

Il nostro perfetto riposo è in Paradiso. Quaggiù dobbiamo rimanere vicino a Gesù e sulla terra Gesù si presenta soprattutto sulla Croce. È il Suo ritratto ufficiale. Egli ci dà qualche piccola gioia affinché possiamo sopportare la vita e meritare il nostro Cielo, ma vi mischia la Croce.

(Beato Columba Marmion, dalle lettere)

L’anima immolata a Dio nella nudità della pura Fede, della Speranza e della perfetta unione fa più per la Chiesa in un’ora di quello che facciano altre anime, più mediocri e meno generose, in tutta la loro vita.

(Beato Columba Marmion, dalle lettere)

La forma migliore di mortificazione è di accettare con tutto il cuore, nonostante le nostre ripugnanze, tutto quello che Dio manda o permette, il bene e il male, la gioia e il dolore. Io cerco di farlo. Cerchiamo di farlo insieme e di aiutarci l’un l’altro ad arrivare a questo abbandono assoluto nelle Mani di Dio.

(Beato Columba Marmion)

Quaggiù, Gesù Nostro Signore si presenta a noi sulla Croce; il Crocifisso è la sua immagine ufficiale, e l’unione con Lui è impossibile se non vogliamo sentire i chiodi che Lo trafiggono. Noi siamo le Sue Membra ed è impossibile entrare nella Sua Gloria senza aver sofferto con Lui. Quanto più si è uniti a Gesù Cristo, tanto più si vive della Sua Vita e questa Vita quaggiù è una Vita di patimenti! Guardate la Vergine Maria, la Sua Santa Madre; nessuno ha sofferto come Essa, perché nessuno come Essa è stata unita a Lui. È impossibile giungere ad un’intima unione con l’Amore Crocifisso, senza sentire ogni tanto le spine e i chiodi: è questa la condizione dell’unione.

(Beato Columba Marmion, dalle sue lettere)

“Dio è Amore”, Deus charitas est. Quando uno si abbandona a questo amore, quando si getta sul suo seno paterno, si trova in una fornace infinita. “Il nostro Dio è un fuoco che consuma”, e questo fuoco, a contatto dell’imperfezione, produce la sofferenza, perché questo fuoco è “consumens”, mira a consumare in noi tutto quello che si oppone all’unione con Lui.

(Beato Columba Marmion)

Convinciamoci che lavoreremo di più per il bene della Chiesa, per la salvezza delle anime, per la Gloria del Padre Celeste, cercando anzitutto di rimanere uniti a Dio con una vita tutta di Fede e Amore, di cui Lui solo sia l’oggetto, che non con un’attività divorante e febbrile che non ci lasciasse né tempo né luogo di ritrovar Dio nella solitudine, nel raccoglimento, nella preghiera e nel distacco da noi stessi.

(Beato Columba Marmion, da “Cristo nei suoi misteri”)

Desidero che cerchiate, con la Grazia di Dio, di soffrire in silenzio. Gesù, la Sapienza Eterna, trattato come pazzo, dileggiato dai soldati di Erode, tace. Nella pazienza possediamo l’anima nostra, ed è una gran cosa, una gran forza possedere la propria anima.

(Beato Columba Marmion)

Non temiamo dunque le prove; possiamo attraversare grandi difficoltà, subire aspre contraddizioni, sopportare profonde sofferenze, ma dal momento che ci mettiamo a servire Dio per amore, tutte queste cose servono di alimento all’amore. Quando amiamo Dio possiamo sentire la Croce; Dio stesso ce la farà sentire maggiormente a misura che progrediremo, perché la Croce stabilisce in noi una somiglianza più grande con il Cristo; ma allora amiamo, se non la Croce stessa, almeno la Mano di Gesù che ce la pone sulle spalle, perché quella Mano ci dà anche l’unzione della Grazia per sopportare il nostro carico. L’ Amore è un’arma potente contro le tentazioni e una forza invincibile nelle avversità.

(Beato Columba Marmion, da “Cristo Vita dell’Anima”)

Quando saliva al Calvario, aiutato da Simone il Cireneo, il Cristo Gesù, Uomo-Dio, pensava a tutti coloro che, nel corso dei secoli, l’avrebbero aiutato a portare la Croce, accettando la loro: Egli meritava per essi, in quel momento, grazie inesauribili di forza, di rassegnazione e di abbandono che avrebbero fatto dire a loro, come a Lui: “Padre, sia fatta la Tua Volontà e non la mia!”.

(Beato Columba Marmion, da “Cristo nei suoi misteri”)

Lo sguardo di Gesù in Croce penetra in fondo all’anima nostra e la muove a pentimento, perché le fa intendere che il nostro peccato è la causa di tutti i patimenti del Cristo Crocifisso. Il nostro cuore allora si affligge di avere realmente contributo alla Passione Divina. Quando Dio pervade così un’anima della Sua Luce, nell’orazione, le accorda una delle grazie più preziose che possiamo immaginare. Pentimento, del resto, pieno di amore e di fiducia.

(Beato Columba Marmion, da “Cristo Ideale del mondo”)

Voi attraversate una di quelle terribili prove che qualunque anima chiamata ad un’intima unione con Gesù deve subire: “Perché eri gradito a Dio, disse l’Angelo a Tobia, fu necessario che la tentazione ti provasse”. Figlia mia, voi non potete andare a Dio se non unitamente a Gesù: “Io Sono la Via, nessuno va al Padre se non attraverso di Me”. Ebbene, Gesù andò al Padre passando dal Getsemani e dal Calvario ed ogni anima unita a Lui deve passare per la medesima via.

(Beato Columba Marmion, dalle lettere)

È impossibile andare in Paradiso per una via diversa da quella percorsa da Gesù, che è la Via della Croce. La vita non è data da Dio come un Paradiso, ma è un tempo di prova, seguita da un’Eternità di gioia e di riposo. Cristo Nostro Signore soffrì tutta la vita, perché l’ombra della Croce era sempre su di Lui, e coloro che Egli ama, condividono un poco anch’essi per tutta la loro vita questa Croce. Le contrarietà, i malintesi, le pene del cuore e del corpo, le difficoltà domestiche, tutto è porzione della vostra Croce, e quando le accettate, queste pene diventano sante e divine per la loro unione con quelle del Nostro Salvatore Gesù Cristo.

(Beato Columba Marmion, dalle lettere)

È del tutto normale che vi sentiate stanca, e di tanto in tanto in uno stato di aridità e di tedio. Tutte le anime che aspirano all’unione con Gesù Cristo devono passare per questa trafila. Questo sentimento d’incapacità, di debolezza, di noia è necessario perché il nostro orgoglio non si attribuisca quello che ci viene da Dio. Il sentimento di pace, quasi incosciente, che sentite in fondo al cuore è il segno della presenza dello Spirito Santo in fondo all’anima. Gesù è l’Agnus Dei e la sua immolazione consiste nell’essersi abbandonato come un agnello mansueto a tutte le sofferenze che il Padre volle permettere per Lui. Se vogliamo essere uniti a questo Agnello Divino, dobbiamo abbandonarci nella nuda fede alla Mano di Dio che ci colpisce, a tutte le sofferenze permesse dal Suo Amore e dalla Sua Sapienza. È questa l’immolazione migliore e la più elevata. Gesù ha conosciuto il tedio, la paura, la stanchezza. Egli capisce tutto.

(Beato Columba Marmion, dalle lettere)

Le incertezze, le angosce, i disgusti, sono i rimedi amarissimi necessari alla salute dell’anima vostra. Vi è una sola via che conduce a Gesù: è quella del Calvario. L’anima che non vuol seguire Gesù su quella via deve rinunciare all’Unione Divina perché: “Chi vuol venire dietro a Me, rinneghi se stesso, prenda la sua Croce ogni giorno e Mi segua”.

(Beato Columba Marmion, dalle lettere)

Dio ha la Mano Potente e le sue operazioni purificatrici raggiungono le profondità che solo i Santi conoscono; con le tentazioni che permette, con le avversità che manda, con gli abbandoni e le atroci solitudini che produce talvolta nell’anima, per provarla e distaccarla dal creato; la scava per svuotarla di se stessa; la “insegue”, la perseguita per possederla, penetra sino al midollo, “spezza le ossa”, come dice il Bossuet, “per regnar solo”. Felice l’anima che si abbandona nelle Mani dell’Eterno Operaio! Con il Suo Spirito, tutto fuoco e amore, il quale è “il Dito di Dio”, l’Artista Divino inciderà in essa i tratti del Cristo, per farla somigliare al Figlio della sua dilezione, secondo l’ineffabile disegno della sua sapienza e della sua misericordia.

(Beato Columba Marmion, da “Il Cristo nei suoi misteri”)

Non siamo fatti per godere quaggiù, la nostra felicità è in alto: “Sursum corda” in alto i cuori! Nei disegni Divini, il bene parte dal Calvario e dalla sofferenza.

(Beato Columba Marmion, dalle lettere)

Quanto più siamo cari a Dio, tanto più soffriamo nel mondo. Gesù, il Figlio Diletto di Dio, ha sofferto come nessun uomo ha mai sofferto. Maria, nostra Madre, è la Madre dei dolori. Perché? Perché Dio è tanto Buono. Egli dà agli increduli, ai cattivi che non avranno la Felicità di godere il suo bel Paradiso, i beni di questo mondo, beni che durano qualche anno e poi passano per sempre. Ma ai suoi amici, Egli dona i beni eterni, poiché ogni piccola sofferenza sopportata per Dio e in unione a Gesù avrà una ricompensa ineffabile per tutta l’eternità.

(Beato Columba Marmion, dalle lettere)

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